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Società dell’acqua, salta la fusione
Sasi in difficoltà, ma il presidente dice che i bilanci sono a posto
LANCIANO. Bisogna arrivare alla fusione per incorporazione della Isi nella Sasi per risolvere l’anomalia, anche in base ad una legge regionale, di avere due società, una del patrimonio delle reti, la Isi, e una di gestione del servizio, la Sasi, a governare l’acqua in 92 comuni del Chietino. E bisogna farlo entro settembre, data ultima concessa dalla regione per evitare il commissariamento della società del patrimonio come minacciato dall’Aquila ad ottobre scorso. Ma, la sospirata e attesa, da almeno 6 anni, fusione, prevista per venerdì dovrebbe saltare di nuovo. A bloccare al momento ogni operazione è la mancata approvazione, da parte dell’assemblea dei sindaci, del bilancio della Sasi, visto che la Isi i suoi conti li ha in regola.
La Sasi presenterà i propri conti, già approvati dal cda, il 9 luglio. Conti in regola, come preannunciato dal presidente Domenico Scutti, ma sui quali pesa l'incognita degli ammortamenti- pari a quasi un milione e mezzo di euro- che la Sasi deve alla Isi per l’utilizzo delle reti.
La società di gestione dell’acqua questi soldi li ha conteggiati fino al 2006, poi grazie ad una legge regionale che ha dichiarato i beni demaniali, quindi gratuiti, non li ha più inseriti.
La Isi invece li conteggia come crediti perché fa valere un contratto firmato dalle società nel 2002 e ancora in vigore.
Un rebus che bisognerà risolvere e che, se sarà risolto a favore della Isi, potrebbe avere conseguenze nefaste per la Sasi.
Insomma nell’assemblea di domani non si arriverà alla fusione, e allora bisognerà rinnovare o meno l’incarico al cda della Isi-che lavora gratuitamente- presieduto da Vincenzo Antonucci. (t.d.r.)
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