Spiagge pagate come oro Ma il piano ancora non c’è

Ombreggi da 4 mila euro nel tratto vicino alle dune a 8 mila euro per la zona nord I balneatori: somme esorbitanti visto che non possiamo fare investimenti

VASTO. Dai 4mila euro di un pezzo di arenile che costeggia le dune di contrada San Tommaso verso sud, ai circa 8mila euro di una fascia di litorale all’estremo opposto, a nord del lungomare Cordella. Spiaggia a peso d’oro a Vasto. Ne sanno qualcosa i nove balneatori che da 11 anni gestiscono gli “ombreggi”, le concessioni stagionali per l’installazione di sdraio, lettini e ombrelloni e che in virtù dell’asta a cui hanno partecipato a suo tempo per accaparrarsi un pezzo di arenile versano somme di tutto rispetto, lievitate sul prezzo iniziale a causa di marche da bollo, diritti di segreteria e tasse.

«Ho partecipato alla gara nel 2003 perché le concessioni stagionali da assegnare erano inferiori alle richieste», ricorda Domenico Antenucci, titolare insieme al figlio Gianluca del lido “Il Corsaro”, in contrada San Tommaso, «per 1.225 metri quadri di spiaggia ho offerto 2.500 euro che a distanza di dieci anni sono diventati circa 4mila euro, in virtù della rivalutazione annua del 10 per cento. È un costo eccessivo soprattutto se si tiene conto della impossibilità di fare investimenti per garantire i servizi alla clientela. Sono due anni che chiedo al Comune di allestire un bagno chimico in spiaggia e sono già due volte che mi viene negata tale possibilità, perché manca il piano di assetto dell’area Sic Ssito di interesse comunitario, ndc). Penso che al di là di questo aspetto formale sia una questione di buon senso», incalza il balneatore, «basta farsi un giro tra le dune per vedere le conseguenze dell’assenza di servizi igienici in questo tratto di litorale».

Gli operatori rivendicano il piano spiaggia, lo strumento di pianificazione dell’arenile la cui mancanza impedisce di assegnare definitivamente le concessioni disponibili dando la possibilità ai balneatori di garantire i servizi nel rispetto dell’ambiente e delle rarissime dune che caratterizzano la parte meridionale dell’arenile vastese. Ma il documento di programmazione, che ha mosso i primi passi durante l’amministrazione di centrodestra dell’ex sindaco Filippo Pietrocola, è ancora al palo.

«Di treni ne sono stati persi parecchi in questi anni», afferma Ettore Primiceri, titolare del lido “Il Trabocco”, che costeggia il lungomare Duca degli Abruzzi, «ora dobbiamo aspettare perché la direttiva europea Bolkestein ha bloccato tutto fino al 2020. Io pago ogni anno circa 6mila euro per avere il mio pezzo di spiaggia: a stento riesco a coprire le spese».

Aspettano con ansia il piano demaniale anche a nord del litorale dove ci sono strutture alberghiere che per garantire alla loro clientela il servizio in spiaggia sborsano ogni anno circa 8mila euro. «Sono dieci anni che andiamo avanti con le concessioni stagionali senza avere nessuna sicurezza su un’assegnazione definitiva», dicono i titolari della Bitta, a nord del lungomare Cordella, «i costi troppi alti, a cui si aggiungono le spese per il personale, non ci consentono di fare investimenti strutturali per offrire un servizio migliore ai clienti dell’albergo».

Chiede di accelerare l’iter del piano spiaggia anche la Confesercenti. «È una partita che deve essere definita una volta per tutte», afferma Simone Lembo, della Fiba provinciale, «non si può stare in bilico, occorrono regole certe a cui tutti devono attenersi, anche gli stagionali».

Anna Bontempo

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