CHIETI
Spogliato della tuta del Pescara: 5 condanne
Strapparono di dosso la maglia a un giocatore di calcio a 5: agli ultrà del Chieti due anni per rapina
CHIETI. Per il giudice non è stato uno sfottò calcistico andato un po’ troppo oltre. Nessuno scherzo goliardico, si è trattato invece di una rapina.
E sulla base di questa convinzione ha condannato i cinque ragazzi che lo scorso 30 ottobre hanno strappato di dosso una maglia biancazzurra a un giocatore del Pescara calcio a 5 under 21.
Il giovane atleta, di origine campana, aveva appena prelevato del denaro contante dallo sportello bancomat Carichieti, quello che si trova dopo la stazione ferroviaria in direzione Pescara.
Al rientro in auto - stando alla ricostruzione dei fatti fornita dal personale della Digos della questura di Chieti - gli si è avvicinato un gruppo di ultrà neroverdi che, con intimidazioni e minacce, si è impossessato della tuta, costringendo il ragazzo a tornare a casa a petto nudo.
Ieri mattina davanti al giudice Antonella Redaelli c’è stato il processo con rito abbreviato.
La difesa ha chiesto invano di derubricare il reato in minaccia aggravata e danneggiamento, tentato furto con strappo, violenza privata e tentata rapina. Il giudice ha condannato tutti e cinque gli imputati per rapina e tre di loro anche per violazione del daspo.
La pena più pesante, 2 anni e 2 mesi, (il pm Giancarlo Ciani aveva chiesto 6 anni) è andata a Mario De Marco, 36 anni, difeso dall’avvocato Mauro Faiulli. Lui come Ettore Galliani, 23 anni, assistito da Daniele Fabriani, e Andrea Mulana, di 24, rappresentato da Gianluca Pollegioni, è stato condannato sia per rapina che per la violazione del Daspo. Mulana e Galliani sono stati condannati a 2 anni e 20 giorni, il pubblico ministero aveva chiesto 4 anni e 8 mesi. Stessa pena (e stessa richiesta del pm) anche per Graziano Golia, di 23 anni, difeso da Ivan Notaristefano. Condannato invece solo a 2 anni, pena sospesa, per l’ultimo dei cinque tifosi, Romolo Montuori, di 21 anni, assistito da Emilio Coppola.
In una giornata di sciopero dei penalisti, il processo di ieri è stato l’unico che si è svolto nell’aula del gup Redaelli.
Un gruppo di tifosi con le loro magliette neroverdi e la scritta Chieti si è radunato sia di fronte al tribunale teatino, in piazza San Giustino, che al terzo piano davanti all’aula del gup. Non volevano lasciare soli i loro amici nel difficile momento che stavano affrontando. Quando il giudice si è ritirato in camera di consiglio per decidere e si è sparsa la notizia dei 6 anni chiesti dal pm per De Marco, il livello di tensione si è alzato.
I tifosi teatini hanno sempre sostenuto di non aver rapinato il calciatore pescarese e su questo concetto ha insistito anche la difesa.
Si attendono ora i trenta giorni annunciati dal giudice per la motivazione della sentenza, ma l’intenzione di tutti agli avvocati è di proporre appello.
I difensori hanno fatto anche richiesta di revoca degli arresti domiciliari per tutti e cinque. Ma su questo il giudice non si è pronunciato. (a.i.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
E sulla base di questa convinzione ha condannato i cinque ragazzi che lo scorso 30 ottobre hanno strappato di dosso una maglia biancazzurra a un giocatore del Pescara calcio a 5 under 21.
Il giovane atleta, di origine campana, aveva appena prelevato del denaro contante dallo sportello bancomat Carichieti, quello che si trova dopo la stazione ferroviaria in direzione Pescara.
Al rientro in auto - stando alla ricostruzione dei fatti fornita dal personale della Digos della questura di Chieti - gli si è avvicinato un gruppo di ultrà neroverdi che, con intimidazioni e minacce, si è impossessato della tuta, costringendo il ragazzo a tornare a casa a petto nudo.
Ieri mattina davanti al giudice Antonella Redaelli c’è stato il processo con rito abbreviato.
La difesa ha chiesto invano di derubricare il reato in minaccia aggravata e danneggiamento, tentato furto con strappo, violenza privata e tentata rapina. Il giudice ha condannato tutti e cinque gli imputati per rapina e tre di loro anche per violazione del daspo.
La pena più pesante, 2 anni e 2 mesi, (il pm Giancarlo Ciani aveva chiesto 6 anni) è andata a Mario De Marco, 36 anni, difeso dall’avvocato Mauro Faiulli. Lui come Ettore Galliani, 23 anni, assistito da Daniele Fabriani, e Andrea Mulana, di 24, rappresentato da Gianluca Pollegioni, è stato condannato sia per rapina che per la violazione del Daspo. Mulana e Galliani sono stati condannati a 2 anni e 20 giorni, il pubblico ministero aveva chiesto 4 anni e 8 mesi. Stessa pena (e stessa richiesta del pm) anche per Graziano Golia, di 23 anni, difeso da Ivan Notaristefano. Condannato invece solo a 2 anni, pena sospesa, per l’ultimo dei cinque tifosi, Romolo Montuori, di 21 anni, assistito da Emilio Coppola.
In una giornata di sciopero dei penalisti, il processo di ieri è stato l’unico che si è svolto nell’aula del gup Redaelli.
Un gruppo di tifosi con le loro magliette neroverdi e la scritta Chieti si è radunato sia di fronte al tribunale teatino, in piazza San Giustino, che al terzo piano davanti all’aula del gup. Non volevano lasciare soli i loro amici nel difficile momento che stavano affrontando. Quando il giudice si è ritirato in camera di consiglio per decidere e si è sparsa la notizia dei 6 anni chiesti dal pm per De Marco, il livello di tensione si è alzato.
I tifosi teatini hanno sempre sostenuto di non aver rapinato il calciatore pescarese e su questo concetto ha insistito anche la difesa.
Si attendono ora i trenta giorni annunciati dal giudice per la motivazione della sentenza, ma l’intenzione di tutti agli avvocati è di proporre appello.
I difensori hanno fatto anche richiesta di revoca degli arresti domiciliari per tutti e cinque. Ma su questo il giudice non si è pronunciato. (a.i.)
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