Spunta il ricorso collettivo contro i tagli all’assistenza
Sanità, mozione unanime in consiglio contro la sospensione Adi a 700 pazienti «Citiamo la Asl per i danni causati agli utenti rimasti senza servizio»
LANCIANO. Il ripristino immediato dell’assistenza domiciliare integrata tolta a oltre 700 utenti, la creazione di una commissione scientifica di indagine e azioni legali volte a evitare il ripetersi dei tagli, come un ricorso collettivo. È quanto deciso all’unanimità dal consiglio comunale che ha affrontato ieri la questione della sospensione del servizio Adi nel distretto sanitario locale su 1.115 assistiti rimasti privi di aiuti dal 1° febbraio scorso.
Atti concreti, dunque, quelli decisi dall’assemblea civica che nel documento, votato all’unanimità, condanna l’interruzione «ingiustificata, improvvisa e immotivata di un pubblico servizio delicato» come l’Adi, la condotta della responsabile del servizio Rosa Borgia e del manager Asl, Francesco Zavattaro, per non aver sospeso la dirigente. Il documento, scritto e firmato dopo tre ore di confronto in cui sono emerse soprattutto le difficoltà delle famiglie nel curare i propri cari, costretti anche a ricoveri ospedalieri per l’aggravarsi delle patologie di cui soffrono, impegna il sindaco Mario Pupillo a chiedere subito il ripristino immediato del servizio interrotto; la convocazione del comitato ristretto dei sindaci Asl perché pretendano l’istituzione, dall’azienda sanitaria, di una commissione di indagine per la verifica scientifica del numero di casi Adi inappropriati (pare siano 785 secondo la relazione data dalla Borgia al sindaco Pupillo il mese scorso) del numero di casi Adi sospesi, della regolarità procedurale seguita nella sospensione. Questo perché, come sottolineato da Pupillo, «molti pazienti hanno riferito che non sono stati esaminati da una commissione con almeno tre specialisti».
Non solo: nella mozione il sindaco deve valutare l’ipotesi di un ricorso collettivo e fornire il supporto giuridico necessario ai cittadini interessati. «Ho proposto la citazione per danni della Asl», spiega il consiglieri di opposizione Ermando Bozza, «perché c’è bisogno di atti concreti, non di parole. L’amministrazione doveva subito presentare un ricorso collettivo, farsi carico di un’azione di rivalsa contro la Asl per i danni procacciati a tanti cittadini. Spero si faccia ora».
Vie legali o meno, i pazienti chiedono aiuto: quelli a cui l’Adi è stata tolta, quelli che non sanno ad esempio che di alcuni servizi, come i prelievi a domicilio, possono ancora godere gratuitamente, coloro che dovranno cercare nelle cliniche private i posti per la riabilitazione. (t.d.r.)
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