Stangata sul consorzio di bonifica Centro 

Bollette troppo alte, arriva lo stop dalla Corte di giustizia tributaria: «Gli utenti vanno rimborsati»

CHIETI. Bollette troppo alte: arriva un altro stop alle tariffe applicate dal consorzio di bonifica Centro. La Corte di giustizia tributaria accoglie il ricorso in appello del comitato Bonifica sostenibile, presieduto da Gabriele Trovarelli, e condanna il consorzio a rimborsare i canoni pagati, oltre alle spese legali. La sentenza, potenzialmente esplosiva, apre la strada a una marea di ricorsi da parte dei 111mila consorziati.
Per il presidente Trovarelli è la quarta sentenza a suo favore nella battaglia giudiziaria ingaggiata dal comitato contro il consorzio per avere tariffe più basse. Il procedimento giudiziario è partito con un ricorso presentato alla Corte tributaria di primo grado di Chieti da parte di un consorziato che chiedeva di annullare il pagamento di canoni. In primo grado la richiesta non era passata. In appello si è inserito il comitato Bonifica sostenibile, rappresentato dall’avvocato teatino Francesco Paolo Febbo, che ha ottenuto l’accoglienza piena delle richieste del ricorrente e la condanna del Consorzio.
La Corte si è riunita lo scorso 4 novembre presieduta da Giuseppe Iannaccone, con Giovanni Sisto nel ruolo di relatore e Giampiero Di Florio in veste di giudice. Nella sentenza la Corte dice che il piano di riparto costruito in assenza dell’accertamento dell’indice di beneficio di bonifica per ciascun contribuente è illegittimo: «Il piano di riparto», si legge nella sentenza, «è altrimenti illegittimo, come nel caso in attenzione, non essendosi verificate le condizioni previste dalle norme citate». Vale a dire che le bollette inviate ai consorziati in base a un piano di riparto del Consorzio è da considerarsi illegittimo perché fatto in assenza di un indice di beneficio di bonifica. Un indice, cioè, che aiuti a diversificare i terreni su cui viene utilizzata l’acqua della bonifica.
I terreni, infatti, non sono tutti uguali: alcuni hanno bisogno di maggiore irrigazione, altri meno, e quindi non è giusto che venga applicata a tutti la stessa tariffa, come avviene, secondo il Comitato, nella maggior parte dei casi al consorzio di bonifica Centro.
Il consorzio di bonifica Centro, con sede legale a Chieti Scalo, ha una superficie consorziata di 192.314 ettari di cui 111.428 assoggettati a contribuenza. I Comuni consorziati sono 78 di cui 44 in provincia di Pescara, 25 in provincia di Chieti e 9 in provincia di Teramo. Dopo sette anni di commissariamento, da febbraio scorso il presidente è l’agricoltore di Alanno Enisio Tocco, che però, secondo il Comitato, non ha cambiato granché il sistema che regola la contribuzione.
«Nel 2024 la nuova governance del consorzio”, dice Trovarelli, «ha cercato di fornire una parvenza di legittimità al riparto ma sempre in assenza della misura “dell’indice di beneficio di bonifica individuale” e quindi, per i criteri forniti dalla Corte di giustizia tributaria, anch’esso illegittimo. Noi del comitato abbiamo più volte indicato al consorzio la strada da seguire, ossia di riferire questo indice anche a due parametri fondamentali: consumo effettivo di acqua e tipo di coltura praticata, la cui natura oggi è immediatamente ritraibile dal fascicolo aziendale di ciascun agricoltore. Una procedura che, se correttamente eseguita, avrebbe consentito ai consorziati di pagare per il beneficio ricevuto e per quello che consuma. A oggi, un sistema di tassazione distorto ha anche consentito di tassare terreni privi di beneficio di bonifica (strade, fossi, terreni non coltivabili, terreni in pendenza, terreni non serviti), situazioni che hanno sviluppato un poderoso contenzioso dinanzi la Corte di giustizia tributaria».
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