Stellantis, altra cassa integrazione Pausa allungata a tutto ottobre 

Mancano gli ordinativi: la direzione aziendale sposta il fermo produttivo di ulteriori due settimane Il caso alla Camera. D’Alfonso (Pd): monitoraggio stringente. Bergamotto (FdI): accordi non rispettati

ATESSA. Ancora cassa integrazione e ancora in Stellantis. È la brutta notizia di un autunno che si sta prefigurando drammatico, dopo un'estate intera di produzione a singhiozzo e stipendi sfalciati. La direzione aziendale ha comunicato ieri al comitato esecutivo delle rsa il ricorso ad altre due settimane di cigo che dureranno fino al 27 ottobre, a un passo da Natale e ormai vicinissimi alla fine dell'anno che ha visto un semestre tragico per tutta la Val di Sangro e il calo della produzione dei veicoli commerciali leggeri da 1.270 a 640/650 furgoni al giorno. E intanto a rotazione il provvedimento sta interessando tutto il plant, oltre le mille persone coinvolte e da luglio è stato sospeso il turno notturno. La Cigo interesserà anche lo stabilimento di Termoli dal 14 al 20 ottobre.
«Per Atessa», fa sapere in una nota il gruppo Stellantis, «la misura si è resa necessaria da situazioni congiunturali legate alla mancanza di ordini in relazione al rallentamento del mercato europeo dei veicoli commerciali nel primo semestre dell’anno e che non ha ancora assorbito qualche piccolo segnale positivo arrivato nei successivi mesi estivi. Anche per Termoli la causa è legata all’andamento del mercato, in questo caso delle vetture: le casse integrazioni che sono attuate negli stabilimenti produttivi hanno un inevitabile riflesso anche negli ordini dei motori. Stellantis», tiene a rimarcare l'azienda, «resta concentrata ad attraversare questa difficile fase di transizione e a garantire la continuità di tutti i suoi impianti che rimangono centrali nella strategia globale del gruppo. Si tratta di un percorso impegnativo che esige unità d’intenti e visione strategica per accompagnare l’azienda e tutti i suoi lavoratori italiani nel futuro».
Sulla crisi Stellantis si è discusso anche in Parlamento ieri a seguito dell'interrogazione a risposta scritta da parte del deputato Pd Luciano D'Alfonsi, al ministro delle Imprese e del made in Italy, al ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr e al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. «Vorrei che ci fosse un monitoraggio stringente sia per quanto riguarda gli impegni assunti da Stellantis in Abruzzo sia per quanto riguarda le condizioni del sistema territoriale e infrastrutturale», precisa a margine D'Alfonso dopo aver ascoltato la risposta del sottosegretario del ministero delle Imprese e del made in Italy, Fausta Bergamotto. «Dobbiamo togliere ogni scusante e far sì che gli investimenti, che sono l’unica garanzia per la permanenza di questa attività produttiva, impegnino sia il soggetto economico che i soggetti territoriali coinvolti». Bergamotto ha fatto presente che «Stellantis non ha tenuto fede all’accordo sull’aumento della produzione, come pure a taluni accordi di investimento».
«Abbiamo la questione della viabilità che deve congiungere con il Tirreno e che è in una condizione di cantiere produttivo», ha aggiunto D'Alfonso, «però c’è bisogno anche lì di un ulteriore intervento di monitoraggio. Adesso serve il ferro del sistema ferroviario a valle, nel sito ferroviario di Saletti; serve fare in modo che i pacchetti tecnologici e formativi corrispondano alle esigenze produttive; e serve che la transizione veda un’alleanza tra l’azienda, il ministero e la Regione. Lo strumento esiste ed è il Cis, il Contratto istituzionale di sviluppo. Va calato lì quasi in termini sartoriali, è stato fatto altrove e si può fare adesso che non abbiamo una condizione di crisi ma di fragilità, e la fragilità non diventa crisi se ci sono politiche dedicate. Chiedo al ministero di fare la sua parte poiché queste sono settimane determinanti».