Stellantis, cassa integrazione fino a Natale
Si allunga di un’altra settimana lo stop produttivo che così si aggancia alle ferie del periodo 23 dicembre-6 gennaio
ATESSA. Cassa integrazione fino alle ferie di Natale per un massimo di 1.500 dipendenti dello stabilimento dei furgoni commerciali leggeri, Stellantis Europe Atessa. Lo ha comunicato la direzione aziendale al comitato esecutivo delle rsa di Fim-Uilm-Fismic-Uglm-Aqcf nei giorni scorsi, attribuendo il ricorso all'ammortizzatore sociale all'attuale situazione di mercato. E termina così una delle annate più drammatiche dello stabilimento del Ducato Fiat e dei gemelli francesi, tedeschi e giapponesi, con l'avvio della Cigo dallo scorso giugno alla fine dell'anno, settimana dopo settimana, ininterrottamente. L'ultimo periodo di cassa integrazione era stato comunicato a inizio novembre dal 2 dicembre al 15 dicembre; mercoledì è stata programmata invece un'altra settimana di lavoro parziale dal 16 al 22 dicembre. Le ferie natalizie sono state già pianificate, ormai da settimane, dal 23 dicembre al 6 gennaio 2025 compresi.
«Si conclude un anno tra i più critici di sempre per lo stabilimento di Atessa», commenta il segretario Uilm Abruzzo, Nicola Manzi, «con il ricorso continuo alla cassa integrazione che da mesi sta penalizzando la retribuzione dei lavoratori con perdite importanti sui salari e quindi sulle economie famigliari e sull'intera economia regionale. Attenzione e preoccupazione sono altissime. Ci si aspettava un anno con la produzione a oltre 200mila furgoni e invece non si arriverà a coprire neanche gli obiettivi prefissati. La soppressione del terzo turno notturno nella ex Sevel, seppur con la ripresa parziale nelle ultime settimane, è un ulteriore danno che si abbatte su tutto il territorio. Anche in Polonia nei mesi scorsi è stata chiusa la produzione del terzo turno e sono stati mandati a casa circa 500 dipendenti somministrati. I circa 150 veicoli che venivano prodotti a Gliwice sono stati spostati qui ad Atessa: lo stallo del mercato di riferimento di questi ultimi mesi è preoccupante e c'è molta apprensione anche per il futuro, visto che l'intera produzione di Stellantis in Italia doveva aggirarsi sui 500mila veicoli e i furgoni commerciali avrebbero dovuto coprire una buona fetta di quei volumi. Continuiamo a monitorare costantemente e attentamente la situazione».
L'ultimo tavolo governativo con Stellantis si è tenuto nei giorni scorsi. L'azienda ha ribadito il suo impegno in Italia, ma sono ormai parole che non rincuorano più.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«Si conclude un anno tra i più critici di sempre per lo stabilimento di Atessa», commenta il segretario Uilm Abruzzo, Nicola Manzi, «con il ricorso continuo alla cassa integrazione che da mesi sta penalizzando la retribuzione dei lavoratori con perdite importanti sui salari e quindi sulle economie famigliari e sull'intera economia regionale. Attenzione e preoccupazione sono altissime. Ci si aspettava un anno con la produzione a oltre 200mila furgoni e invece non si arriverà a coprire neanche gli obiettivi prefissati. La soppressione del terzo turno notturno nella ex Sevel, seppur con la ripresa parziale nelle ultime settimane, è un ulteriore danno che si abbatte su tutto il territorio. Anche in Polonia nei mesi scorsi è stata chiusa la produzione del terzo turno e sono stati mandati a casa circa 500 dipendenti somministrati. I circa 150 veicoli che venivano prodotti a Gliwice sono stati spostati qui ad Atessa: lo stallo del mercato di riferimento di questi ultimi mesi è preoccupante e c'è molta apprensione anche per il futuro, visto che l'intera produzione di Stellantis in Italia doveva aggirarsi sui 500mila veicoli e i furgoni commerciali avrebbero dovuto coprire una buona fetta di quei volumi. Continuiamo a monitorare costantemente e attentamente la situazione».
L'ultimo tavolo governativo con Stellantis si è tenuto nei giorni scorsi. L'azienda ha ribadito il suo impegno in Italia, ma sono ormai parole che non rincuorano più.
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