Stellantis, continua la cassa integrazione 

Atessa. Ieri tre turni fermi per mancanza di materiali, altri 7 giorni di ammortizzatori sociali dal 28 ottobre al 3 novembre

ATESSA. Mancanza di materiali e mercato con numeri in discesa libera sarebbero le cause alla base dell'ennesimo stop di Stellantis Atessa che ieri ha effettuato una fermata collettiva per tutti e tre i turni produttivi. Si allunga anche il periodo di cassa integrazione, in una spirale asfittica che si trascina da giugno e che sta coinvolgendo tutti i dipendenti del plant a turno.
Non c'è pace per lo stabilimento dei furgoni commerciali leggeri che fino a tre anni fa scoppiava di ordinativi. Il provvedimento di Cigo era stato previsto fino alla fine di ottobre, ma ieri la direzione aziendale ha annunciato la volontà di farvi ricorso per una ulteriore settimana, dal 28 ottobre al 3 novembre compreso. «Stellantis è in profondo rosso», ha evidenziato ieri il numero uno della Fim, Ferdinando Uliano, nel consueto report trimestrale, «i numeri degli ultimi tre mesi parlano di un -31,7% con 387.600 veicoli. Si prospetta una produzione annua inferiore ai 500mila veicoli, con le auto sotto i 300mila e tutti gli stabilimenti in negativo».
Non va meglio nella ex Sevel, lo stabilimento conosciuto nel mondo come quello dei record, con i furgoni a marchio Citroën, Fiat, Opel, Peugeot e Vauxhall che scalavano i mercati di tutta Europa. Secondo i dati della Fim Cisl la nei primi 9 mesi del 2024 è di 149.00 veicoli, con un risultato negativo rispetto al 2023 del -10,2%. La situazione nei primi sei mesi dell’anno era positiva: si lavorava su 15 turni senza fermi produttivi per mancanza di materiale, con la previsione di produrre 255 mila veicoli commerciali (+11% rispetto al 2023). Il tracollo si è verificato a giugno. Per 15 giorni sono stati collocati in Cigo dalle 400 alle 600 persone a seguito di una diminuzione degli ordini dei cabinati, a causa di un calo del mercato dei camper. La situazione è peggiorata ulteriormente a luglio, dove l’azienda ha comunicato un calo produttivo anche sulle produzioni dei van, portando il numero delle persone in Cigo a 800. Al rientro dalle ferie Stellantis Atessa ha sospeso il terzo turno, collocando in Cigo circa 1.300 persone. Dall'avvio della Cigo ad oggi, sono circa 800 in media le persone sospese dal lavoro. La crisi non risparmia nemmeno lo stabilimento gemello di Gliwice, in Polonia, che ha ridotto a due turni la produzione.
«Siamo molto preoccupati per la sospensione del terzo turno ad Atessa e per gli impatti che potrebbe determinare lo stabilimento polacco», afferma Uliano, «per noi, lo stabilimento abruzzese deve continuare a mantenere la leadership nei veicoli commerciali all'interno del gruppo Stellantis; pertanto, la produzione italiana deve essere protetta e rafforzata. In questa direzione andrebbe la stabilizzazione dei 98 lavoratori in staff leasing presenti da anni. Non è accettabile che Stellantis continui a rinviare la questione nel tempo, non bisogna disperdere le professionalità su cui si è investito per così tanto tempo. Sempre nella logica di rafforzamento, lo stabilimento di Atessa potrebbe produrre veicoli commerciali con la propulsione a celle a combustibile a idrogeno».
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