Strade franate: Bucchianico vive ore di angoscia
Via Canale e viale della Vittoria sembrano bombardate Il sindaco al governatore: fai presto, non lasciarci soli
BUCCHIANICO. Negli occhi di Rocco c’è l’angoscia di chi si aspetta da un momento all’altro di perdere la casa inghiottita dalla frana. Siamo a Bucchianico, non a Beirut. Ma via Canale e viale della Vittoria sembrano bombardate. Di queste frane però nessuno parla. Sono vere, ma invisibili nell’Abruzzo devastato dal maltempo. Arriviamo in paese in un giorno di festa, ma non per tutti. Rocco indica le crepe che si estendono sulla facciata del suo villino. E cerca con lo sguardo gli occhi del sindaco, Gianluca De Leonardis. «Che debbo fare?», gli chiede quasi implorando una parola che lo rassicuri e lo faccia dormire la notte. La frana, anzi le venti frane, nel paese di San Camillo de Lellis, non debbono restare sconosciute. Ma solo un miracolo del Santo degli ammalati può salvare Bucchianico. Occorre fare presto.
Ogni giorno che passa, un altro pezzo d’asfalto si frantuma e precipita nel baratro di via Canale che solo a guardarla fa venire la pelle d’oca. Il sindaco, il suo amico Giuseppe Gentile e Michele Cozza, si sporgono dal bordo della frana e indicano il disastro. Via Canale era una delle strade d’accesso a Bucchianico: non esiste più, e con lei sono spariti i sottoservizi sostituiti con tubi dell’acqua e per fibre ottiche adagiati sulla terra. Un ciclista in mountain bike s’arrampica lungo la strada bombardata dal maltempo. Con un equilibrismo sui pedali, s’infila nel minuscolo lembo d’asfalto rimasto intatto.
[[(Video) Bucchianico, frana via Canale]]
Rischia di cadere nel vuoto, il ciclista, mentre il sindaco spiega che il suo Comune, come tanti altri piccoli e grandi centri della nostra regione, non ce la farà mai a pagare i danni che per Bucchianico superano i tre milioni di euro. E da qui, dalla strada che non esiste più, parte la sua richiesta d’aiuto al governatore, Luciano D’Alfonso, che deve assolutamente venire a vedere con i propri occhi come muore il paese del Santo della Carità. Il primo cittadino indica le case sopra la frana, anch’esse a rischio. Poi ci guida in viale della Vittoria dove enormi teli di plastica coprono la frana, come il lenzuolo steso su un cadavere dopo una tragedia. Alberi e pali della luce sono stati trascinati giù dalla terra.In fondo al baratro c’è una delle belle ville nate in questa parte del paese. E’ un’altra casa a rischio sgombero se alla prossima pioggia la terra riprende a muoversi come il magma.
No, non c’è un solo giorno da perdere. Lo capisci dallo sguardo di Rocco che s’avvicina al sindaco e chiede: che debbo fare? La risposta potrebbe essere questa: prega, anzi preghiamo San Camillo, perché non piova più e la burocrazia faccia il suo corso senza intoppi. Non come nel caso della frana di Santa Maria Calvona, a Chieti, dove le ruspe sono arrivate con la bellezza di un anno e quattro mesi di ritardo. Per Bucchianico tempi come questi significherebbero la fine. Viale della Vittoria è spaccata in due. La parte della carreggiata che è stata risparmiata dalla frana è l’unica via d’uscita da uno splendido centro storico dove, nei giorni di grande festa, la folla assiste alle scene più vere e affascinanti della tradizione abruzzese.
Resta incantata mentre la “ciammaichella” disegna in piazza il suo percorso e il Banderese entra in scena accompagnato dai colori di migliaia di fiori. Ma se la frana avanza, anche questo finirà. Il 23 marzo è un giorno chiave: Bucchianico e gli altri Comuni colpiti dal maltempo e dal disastro, dovranno presentare alla Regione le schede dettagliate dei danni subìti anche dai privati. Il fac simile della domanda è sul sito del Comune. Con quelle schede, D’Alfonso chiederà lo stato d’emergenza che, se accolto, darà diritto ai fondi pubblici. Bucchianico è una priorità assoluta, Rocco prega il suo Santo.