Strategie sindacali su Sevel, Honda e aziende dell’indotto

Fim e Fiom riuniscono i direttivi dei metalmeccanici Cisl: il Ducato resti qui. Cgil: Marchionne fa solo proclami

ATESSA. Sevel, Honda, ma anche e soprattutto le piccole fabbriche dell’indotto e della componentistica, vera e propria linfa vitale per il sistema economico regionale. Sono questi gli obiettivi su cui si focalizzerà nei prossimi mesi la strategia sindacale di Fim e Fiom, i cui direttivi si sono riuniti ieri in due diverse assemblee.

Da un lato la “sicurezza” della produzione Sevel, evidenziata dalla Fim-Cisl, che ne critica tuttavia i ritmi troppo incalzanti e, dall’altra, l’attenzione della Fiom-Cgil alle piccole e medie imprese che impregnano il tessuto industriale della Val di Sangro. In mezzo c’è una latente preoccupazione che la crisi non si risolva subito e che, anzi, bisognerà fare molta più attenzione ai prossimi mesi. «La Sevel», commenta Domenico Bologna, neo eletto segretario regionale Fim Abruzzo e Molise, «quest’anno produrrà 200mila furgoni, circa 5mila pezzi in meno dello scorso anno. La fabbrica, tuttavia, continua ad essere una certezza per l’Abruzzo e l’investimento nel restyling del Ducato da 700milioni di euro annunciato da Marchionne ne è una prova. Dobbiamo lavorare affinchè la produzione resti qui e prosegua con questi ritmi». Ritmi che, tuttavia, secondo la Rsa Fim in Sevel, Antonio Gizzi, sono aumentati a dismisura. «Il fatto che in lastratura ci siano 50 persone che lavorano solo per il Messico», spiega, «ci crea qualche difficoltà. Le saturazioni sono arrivate a livelli altissimi e soprattutto il montaggio soffre di questa situazione». E c’è poi la Honda. «Siamo preoccupati», spiega Bologna, «abbiamo il dubbio che si stiano producendo moto che poi restano invendute. Non vorremmo che si ricadesse nella situazione del 2008 quando si ingolfavano i concessionari di moto che poi non venivano comprate: chiederemo un incontro con la dirigenza per verificare la reale situazione delle vendite». La Fim-Cisl ha effettuato negli ultimi mesi una fusione importante. Tra Abruzzo e Molise si passa da 23 componenti delle segreterie a 7. «Vogliamo cercare di trasferire risorse alle Rsu», spiega Bologna eletto segretario di Abruzzo e Molise con 75 voti su 76, una sola scheda bianca, la sua, «e stare più vicini agli operai».

Ieri si è riunito anche l’attivo Fiom per il settore auto e indotto. «Su Sevel Marchionne ha fatto solo proclami», interviene Michele De Palma, responsabile auto nazionale per la Fiom, «ma di fatto non si parla ancora di un prodotto nuovo. Marchionne deve spiegare cosa vuole fare stabilimento per stabilimento e farci capire cosa avverrà in Russia, il cui stabilimento per la produzione di furgoni gemelli del Ducato rende il futuro industriale di Sevel più incerto».

Per De Palma c’è bisogno di un «tavolo nazionale per affrontare seriamente la questione dell’indotto e della componentistica, un settore che incide per l’11% sul Pil nazionale, ma che sembra non interessare il governo». In Val di Sangro questo settore è legato ai colossi Sevel e Honda, una ragione in più per i metalmeccanici della Cgil per riflettere su queste due realtà. La Fiom è intenzionata, così come ha espresso il segretario provinciale Mario Codagnone, a «difendere postazione per postazione il ruolo delle Rsu nelle fabbriche, mortificato soprattutto in Sevel». Intanto nuova giornata di cassa integrazione in Sevel prevista il 2 dicembre.

Daria De Laurentiis

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