«Tanti segnali inquietanti qui c’è bisogno di aiuto»
Don Massimo: l’allarme cresce, servono maggiori controlli e più attenzione Don Domenico: il disagio sta producendo ondate di odio e violenza
VASTO. Ci sono ancora i segni dell’incendio divampato la mattina di Pasquetta, al villaggio Siv. Insieme alla vegetazione annerita di contrada Lebba e alla rimessa agricola di contrada Buonanotte, completamente distrutta dalle fiamme 48 ore fa, raccontano il crescendo di episodi inquietati. La nuova stagione degli incendi miete vittime anche fra i pensionati. «Sono segnali d’allarme che vanno letti con attenzione. È necessario ammettere che Vasto ha bisogno d’aiuto», dice monsignor Massimo D’Angelo, parroco della chiesa della Madonna del Sabato Santo. D’accordo con lui è il parroco della chiesa di Santa Maria Maggiore, don Domenico Spagnoli, che già ad ottobre aveva lanciato l’Sos contro la violenza e l’inciviltà. «Il disagio sta producendo ondate di odio e violenza. Bisogna tornare ad educare e seguire i giovani sempre più soli», è il monito di don Domenico.
Incendi dolosi. Gli incendi dolosi a Vasto non si contano più. La gente è sempre più spaventata. «Servono maggiori controlli e più attenzione. Non li chiede solo la Chiesa, li invocano i cittadini», dice don Massimo D’Angelo. «Non possono essere i pensionati o i padri di famiglia le sentinelle della legalità. Possono collaborare, ma servono più forze dell’ordine. Quello che accade in città è un malvezzo preoccupante che va letto come segnale d’allarme. Dietro fatti come quello accaduto in contrada Buonanotte non c’è il teppistello ma la delinquenza vera. La delinquenza camuffata che scorre sottotraccia. Vasto deve ammettere che ha bisogno di aiuto e di più controlli», sostiene don Massimo.
Esplosioni, vandalismo e furti. Al pari degli incendi anche gli atti vandalici e ladreschi si sono moltiplicati. «Vandali per dispetto, per gioco o per noia distruggono e provocano danni gravissimi», dice don Domenico Spagnoli. L’uomo di Chiesa già qualche mese fa aveva espresso la propria amarezza in proposito e indirizzato una richiesta di aiuto al Comune e alla forze dell’ordine. «Il disagio si sta trasformando in violenza», ripete don Domenico. «È triste assistere a quello che accade. Giovani che ricorrono all’alcol e alla violenza per dare un senso alle proprie giornate». Don Domenico fa un duro richiamo alla responsabilità educativa. «Io per primo, insieme a tanti altri, dobbiamo cercare di curare il disagio colmando il vuoto ed evitando che si traduca in degrado e violenza. È brutto vedere distruggere la città». E dal borgo antico arriva una nuova richiesta all’amministrazione comunale. «Le leggi e le ordinanze vanno fatte rispettare. Il cittadino che si ribella da solo ai soprusi corre gravi rischi: incendi per dispetto e atti vandalici. Serve maggiore vigilanza e soprattutto l’applicazione delle sanzioni», è la richiesta dei residenti.
Paola Calvano
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