Teateservizi, 8 indagati: ecco chi sono 

La bancarotta fraudolenta contestata anche a Visini e Iezzi, ex presidente del consiglio di amministrazione e direttore

CHIETI. Otto indagati e primi interrogatori in procura. Dopo il fallimento dichiarato dal tribunale lo scorso 21 febbraio, c’è la svolta nell’inchiesta per la bancarotta fraudolenta della Teateservizi, la società interamente partecipata dal Comune di Chieti che si occupava della riscossione delle imposte locali e della gestione di verde pubblico, cimitero, parchi gioco e alloggi comunali.
I NOMI
Gli indagati sono Valerio Visini, presidente del consiglio di amministrazione (cda) dell’azienda pubblica dal 13 luglio 2010 al 20 giugno 2014 e poi, fino al 28 settembre 2017, amministratore unico; Giuseppe D’Orazio e Basilio Ruscetta, membri del cda dal 23 luglio 2010 al 20 giugno 2014 e il secondo, dal 2015 al 2018, consulente incaricato di redigere i bilanci di esercizio; Luciano Iezzi, direttore generale dal 18 gennaio 2008 al 28 settembre 2017; Carlo Festa, amministratore unico dal 28 settembre 2017 al 13 maggio 2019; Angelo De Medio, presidente del collegio sindacale dal 15 giugno 2010 al 13 marzo 2019; Mauro Marino e Luisa Piloca, componenti del collegio sindacale dal 3 giugno 2015 al 13 marzo 2019.
LE ACCUSE
In base alle accuse formulate dal pubblico ministero Giuseppe Falasca, gli indagati hanno distratto o comunque occultato nel tempo un imprecisato importo di somme di denaro riscosso per conto dell’ente territoriale che, solamente per gli ultimi anni di gestione e fino all’anno 2019, era quantificato in 1.801.869,48 euro, al netto dell’aggio. Non solo: gli indagati sono accusati di aver causato o comunque di aver contribuito a provocare il dissesto della società, mediante l’apposizione nei bilanci di esercizio, fino al 2018, la voce “crediti per fatture da emettere” per 1.903.033 euro senza alcun riferimento documentale ai debitori del Comune, agli importi maturati nel tempo, all’esigibilità dei crediti, ai tempi di prescrizione e a tutti gli altri parametri che avrebbero dovuto indurre a un adeguato accantonamento del fondo per l’eventuale svalutazione, e senza avere preventivamente operato la “riconciliazione” per ogni anno di esercizio del rapporto crediti e debiti con l’ente comunale controllante. In questo modo, è la conclusione del pm, sono stati falsati i dati contabili e resi inattendibili i bilanci di esercizio.
LE ALTRE CONTESTAZIONI
Gli indagati, con lo scopo di procurarsi un ingiusto profitto o comunque di arrecare danno ai creditori, in primis all’ente controllante, sono accusati anche di aver tenuto le scritture contabili in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari, con particolare riguardo alle imposte riscosse al pagamento dei servizi comunali incassati.
GLI INTERROGATORI
Negli ultimi giorni, il pm ha deciso di convocare alcuni indagati. Ruscetta è rimasto in silenzio. Ieri mattina, invece, è stata la volta di Marino che, assistito dall’avvocato Marco Spagnuolo, ha risposto a tutte le domande del pubblico ministero nel corso dell’interrogatorio, fornendo la sua versione dei fatti e dichiarandosi estraneo a tutte le contestazioni.
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