Teatro, ippodromo, box turistico La città si scopre senza agibilità

È lungo l’elenco delle strutture comunali da adeguare alla legge per tenerle aperte al pubblico Da domani lavori al Fenaroli. E per il Cross del Sud i bambini entreranno a scaglioni al Villa delle Rose

LANCIANO. Lo stadio Biondi, l’ippodromo, il Teatro Fenaroli, le scuole, il box informazioni turistiche in piazza D’Amico, la palestra dei Funai. È lungo l’elenco delle strutture considerate non agibili per il mancato rispetto delle norme in materia di sicurezza, dei certificati antincendio e che devono essere adeguate. Un “peso” oneroso per l’amministrazione comunale che risale a due cause: la mancata attenzione delle precedenti amministrazioni civiche agli stabili comunali; le norme in materia di sicurezza che si evolvono velocemente rispetto ai tempi di azione delle giunte. Cause diverse ma stesso effetto: avviare i lavori.

Teatro Fenaroli. Da domani inizia la messa a norma del teatro. La struttura, riaperta dopo i lavori nel febbraio del 1998, in base alle nuove norme in materia di sicurezza, non è agibile, non potrebbe ospitare spettacoli perché manca il certificato antincendio. Da qui la decisione del Comune di effettuare l’adeguamento che durerà una quindicina di giorni e costerà circa15mila euro. «Sono lavori non onerosi ma senza i quali il teatro rimarrebbe chiuso», afferma il sindaco, Mario Pupillo, «perché non ha l’agibilità che manca dal 1998, dall’apertura». Ma come, un teatro appena riaperto, privo del certificato antincendio? «Gli adempimenti sono stati fatti, anche i controlli, ma non è stato ritirato il certificato cartaceo», dice Pupillo, «ora poi si sono aggiunti altri lavori da effettuare per ottenere quel certificato». Gli interventi riguarderanno la zona caldaie, che deve essere divisa in tre parti, le luci di emergenza da installare, così come la relativa segnaletica. Bisognerà modificare l’altezza di un’uscita di sicurezza di dieci centimetri, eliminare uno scalino in ferro e spostare il guardaroba perché è sulla via di fuga. In 15 giorni sarà tutto pronto.

Ippodromo. Altra grana è quella dell’agibilità dell’ippodromo, dei gradoni dai quali assistere agli spettacoli, chiusi per motivi di sicurezza e alla mancanza del certificato antincendio. Restrizioni, come la chiusura dei gradoni e gli spettacoli accessibili solo a1.960 spettatori, che hanno creato problemi al Festival dei fuochi pirotecnici, alle Feste di settembre e che sono pronti a crearne di nuovi tra due settimane con la manifestazione podistica “Cross del Sud Coppe speranze Fiat”. «Ci stiamo organizzando», dice Pupillo, «per evitare problemi il 15 marzo. I ragazzi saranno suddivisi in scaglioni. Si entrerà a gruppi». Ma dividere oltre mille ragazzi ed evitare che si spostino sui gradoni rotti non sarà facile. «Poi faremo i lavori anche per sistemare l’impianto antincendio e ottenere l’agibilità», assicura il sindaco, «ma dobbiamo recuperare l’area che è gestita dalla Carrera. Era gestita. Perché la Carrera ha presentato il ricorso al Consiglio di Stato chiedendo, però, non la gestione ma il risarcimento di 2 milioni per lavori sull’anello che non esiste più. Quindi il nostro obiettivo è di revocare la convenzione, recuperare lo spazio e adeguare la struttura alle norme antincendio chieste dai vigili del fuoco per poter assistere agli “spari” e agli altri eventi dai gradoni».

Box turistico. L’ufficio informazioni che accoglie i turisti in piazza D’Amico è chiuso da oltre un anno perché non ha l’agibilità. Il costo per sistemarlo è di 100mila euro. Il Comune ha partecipato a un bando regionale per la ristrutturazione ma non ha ottenuto i fondi. «Abbiamo due soluzioni», dice Pupillo, «o sistemare la struttura ma non è facile trovare 100mila euro o aprire il terminal bus alla Pietrosa. Lì c’è tutto, bagni compresi». Già, ma il terminal che doveva aprire nel 2011, è chiuso per problemi alla Sistema, che si stava occupando dei lavori da 550mila euro. «Mancano i ritocchi», fa notare il sindaco, «ma problemi economici li bloccano. Siamo pronti ad aprire un contenzioso e riprendere l’area e la struttura».

Teresa Di Rocco

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