Telecamere al Biondi, tempi lunghi
Il Comune deve trovare i soldi, i Maio insistono. E spunta il nodo strade
LANCIANO. Diventano un problema i lavori allo stadio e aumentano i dubbi sulla loro tempestività. La deroga con la quale il prefetto Vincenzo Greco ha aperto il Biondi fino al 30 settembre a tutti, anche a chi non ha la tessera del tifoso, è stata concesso per rendere lo stadio idoneo alla nuove misure di sicurezza e spingere dunque il Comune ad acquistare le telecamere per la videosorveglianza. In municipio invece si discute su chi deve acquistare gli “occhi elettronici”; se Palazzo di città o la famiglia Maio, titolare della Virtus Lanciano che ha in concessione il Biondi.
In realtà i 120mila euro necessari per le 9, e non più 8, telecamere chieste dal prefetto (sette nello stadio e due in via Belvedere e in piazza Cuonzo) dovrebbe tirarli fuori il Comune. Si tratta, infatti, di manutenzione straordinaria che non è compresa fra gli oneri che spettano alla Virtus. «Ma i soldi per le telecamere andrebbero sottratti alle spese per la messa in sicurezza delle scuole, che sono e restano una priorità», è il segnale sibillino che invia il sindaco Filippo Paolini.
Certo è che al momento non c’è neanche il bando per l’acquisto delle telecamere. E se per il bando e l’assegnazione occorre almeno un mese, altri giorni servono per installare gli impianti e collaudarli: di questo passo tutto lascia pensare che sarà difficile che per il 30 settembre il Biondi sia idoneo.
Una notizia che non piace ai tifosi e neanche ai Maio, i quali cominciano a stancarsi dell’immobilismo del Comune. «Il Comune deve consegnarci uno stadio idoneo, e il Biondi non lo è. Se dal 30 settembre si giocherà a porte chiuse, toccherà al sindaco, che è un amico, spiegare ai tifosi che cosa accade», mette le mani avanti il vicepresidente Guglielmo Maio. Gli appassionati oltre a maglia e sciarpa rossonera dovranno munirsi della tessera del tifoso, la card che consente l’accesso anche alle partite a porte chiuse.
Una mano al Comune “arriva” dal campionato: la Virtus tornerà a giocare in casa l’11 ottobre contro il Potenza, quindi dal 30 settembre ci sono altri dieci giorni per cercere di sistemare le cose. Ma non sono solo le telecamere a creare tensioni: il Comune deve provvedere alla numerazione degli spalti, sistemare le barriere di pre-filtraggio e rivedere la viabilità attorno allo stadio. L’assessore allo Sport, Manlio D’Ortona, assicura che le barriere amovibili alte quattro metri saranno montate già da domenica.
Sono quattro le aree di prefiltraggio da cui gli steward - messi a disposizione dalla società e riconoscibili dalla casacca giallo fluorescente o arancione - controlleranno i biglietti: una, per gli ospiti, all’altezza dell’ex Ipab (via Belvedere) poi tre fra il settore distinti e la curva sud e fra la curva e le tribune.
Altro “neo”, la chiusura di viale Cappuccini e via Belvedere. Le strade saranno inaccessibili per molte ore prima delle partite per permettere i controlli e montare e smontare le barriere. Il problema è che viale Cappuccini non può essere bloccata a lungo perché è pur sempre una delle principali strade di ingresso della città.