guardiagrele 

Tentata rapina: inflitti 54 mesi 

Colpo fallito al market Tigre: l’autore ha anche scritto “Il lestofante”

CHIETI. Il volto era completamente coperto da passamontagna e sciarpa, ma i giudici del tribunale di Chieti hanno creduto a chi dice di aver riconosciuto lo stesso il malvivente. E così il quarantunenne di Guardiagrele Carmine Panaccio è stato condannato ieri a 4 anni e 6 mesi per tentata rapina aggravata. Il pubblico ministero, Lucia Campo, aveva chiesto una pena di 4 anni.
La tentata rapina è avvenuta il 3 gennaio del 2014 al supermercato Tigre, in località San Giovanni a Guardiagrele.
Due rapinatori, con il volto coperto e armati uno con un coltello e l’altro con una mannaia, sono entrati nel negozio e hanno minacciato la cassiera con il coltello alla gola.
Un dipendente del supermercato ha però reagito, lanciando un cesto addosso ai due e costringendoli alla fuga. L’uomo è stato ascoltato ieri mattina come testimone insieme alle altre due dipendenti del supermercato dai giudici Geremia Spiniello, Andrea Di Berardino e Valentina Ribaudo. È stato lui a sostenere di aver riconosciuto Panaccio e di averlo chiamato anche per nome. Questi si sarebbe pure girato.
Panaccio, armato di mannaia, sarebbe stato riconosciuto sia dallo sguardo che da un particolare modo di camminare.
L’uomo è stato difeso dall’avvocato Graziano Benedetto, di Guardiagrele. Il difensore ha cercato di sollevare un dubbio sul fatto che si potesse riconoscere con certezza il suo assistito. L’avvocato ha annunciato il ricorso in appello.
Panaccio ha pubblicato il 30 marzo scorso un libro intitolato “Il lestofante”, la storia di un ragazzo dedito allo spaccio e alla truffa fino al giorno in cui ha cambiato strada. Non si sa quanto di autobiografico ci sia nel romanzo, sta di fatto che nel libro il protagonista volta pagina. (a.i.)