Chieti
Traffico di rifiuti, Colanzi: «Quella terra non era inquinata»
Operazione “Terre d’oro” l’imprenditore dal Gip con la moglie e il figlio nega. E Milillo smentisce la gola profonda
CHIETI. Come annunciato alla vigilia dell’interrogatorio dal legale Marco Femminella, Filippo Colanzi, l’imprenditore della Emoter agli arresti domiciliari per traffico illegale di rifiuti, al Gip del tribunale dell’Aquila Guendalina Buccella ieri mattina ha detto che quei 406 mila metri cubi di terra e sassi trasportati in sette siti intorno al fiume Pescara erano caratterizzati dall’Arta. Quindi si trattava di un sottoprodotto prelevato dagli sbancamenti per la costruzione dell’Ikea, del Villaggio Mediterraneo e di Decathlon, da poter riutilizzare e certamente non si trattava di rifiuti residui, né speciali né pericolosi. La medesima tesi hanno sostenuto la moglie Carmen Pinti e il figlio Emanuele l’unico della famiglia che non è finito agli arresti domiciliari per l’operazione “Terre d’oro” ma raggiunto da un provvedimento interdittivo dall’esercizio di impresa. Gli indagati hanno invocato tutti la buona fede in comportamenti che erano soltanto irregolarità.
L’avvocato Femminella a margine dell’interrogatorio ha confermato che quella trasportata dai camion della Emoter di Colanzi, per la quale la procura ipotizza un guadagno di circa 3 milioni, erano solo terra e sassi. L’unico errore da parte del suo assistito è il non aver comunicato questi movimenti al Comune o averlo fatto in ritardo e questa irregolarità ha comportato una regressione della qualità del rifiuto che da sottoprodotto è diventato residuo. Deduzione fatta dal consulente della procura.
Ieri all’Aquila è stato interrogato anche Gianluca Milillo, 42 anni, il dipendente di Montesilvano della Emoter accusato di aver creato una doppia contabilità. Il dipendente, anch’egli agli arresti domiciliari, assistito dall’avvocato Michele Quarta, ha negato che all’interno della Emoter ci fossero due registri, uno che indicasse il trasporto dei rifiuti nei luoghi legalmente deputati e un altro, una sorta di libro nero, nel quale fosse stilato un elenco di nomi e località dove i Tir scaricavano illegalmente rifiuti speciali. Milillo in sostanza smentisce la gola profonda che ha collaborato con la procura distrettuale, un operaio licenziato dalla Emoter. I difensori degli indagati hanno tutti avanzato alla giudice Buccella istanza di rimessione in libertà dei loro assistiti, Il pubblico ministero, Fabio Picuti ha dato pare favorevole solamente per l’istanza avanzata dal difensore del dipendente Milillo.
La giudice si è riservata di decidere.(k.g.)
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