Trasferimento Acs, il caso dal ministro
Atessa, interrogazione del deputato Melilla (Sel): «Bisogna studiare soluzioni alternative»
ATESSA. Finisce in Parlamento la vertenza Acs, la fabbrica dell’indotto automotive della Val di Sangro che ha annunciato di voler presto trasferirsi a Cassino. Il deputato Gianni Melilla (Sel) ha presentato un’interrogazione a risposta scritta sulla questione al ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, in cui chiede se non si ritenga «doveroso convocare le parti sociali e gli enti locali per esaminare la vertenza e cercare soluzioni alternative».
Melilla ha ripercorso nell’interrogazione tutte le fasi dell’industria Acs che fornisce spugne per le imbottiture dei furgoni Ducato prodotti nel vicino stabilimento Sevel.
«Secondo il parere dei 23 dipendenti e dei sindacati», scrive l’esponente di Sel al ministro, «la scelta di delocalizzare non sarebbe legata al lavoro e alla produzione dal momento che la Fiat ha annunciato un forte investimento per il restyling del Ducato. Inoltre i sindacati sottolineano che in questi anni il sito produttivo dell’Acs non ha beneficiato di veri investimenti che avrebbero potuto rafforzarne la competitività. Se nemmeno la Fiat, con il suo colosso Sevel, non riesce a garantire l’indotto, significa che si sta assistendo a un duro colpo per l’economia industriale dell’intera Val di Sangro».
Sulla vicenda interviene anche il consigliere comunale di Lanciano, Alex Caporale (Uniti per Lanciano): «La politica è stata assente in questa vertenza come in tutti gli altri casi analoghi», precisa Caporale, «ma io c’ero. Sia nelle varie proteste davanti lo stabilimento che in consiglio comunale, quando ho presentato un documento approvato dall’intera assemblea civica che impegna il sindaco Mario Pupillo a intraprendere ogni azione utile al fine di scongiurare l’ennesima chiusura di fabbrica e di attivare un coordinamento di sindaci del territorio per predisporre strategie e azioni affinchè tutte le attività produttive restino in Val di Sangro».
Daria De Laurentiis
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