Travolse due pedoni sul Corso: a giudizio per tentato omicidio
Emanuele Travaglini, 28 anni di Casoli, sarà giudicato il prossimo 2 ottobre con il rito abbreviato Il giovane dichiarato capace di seguire l’udienza anche se affetto da sindrome schizofrenica
LANCIANO. Sarà giudicato il 2 ottobre 2023 con rito abbreviato Emanuele Travaglini, 28 anni, di Casoli rinchiuso nel carcere di Villa Stanazzo con l’accusa di tentato omicidio. Il 13 settembre scorso investì e ferì due pensionati con una Fiat Punto bianca lanciata a folle velocità su corso Trento e Trieste. La decisione, nell’udienza preliminare di ieri, da parte del giudice Giovanni Nappi dopo aver ascoltato la relazione dello psichiatra Danilo Montinaro che ha dichiarato il giovane capace di seguire il processo, seppur affetto da sindrome schizofrenica.
LA PERIZIAEmanuele Travaglini è in grado di partecipare al processo e comprendere quello che accade; era parzialmente capace di intendere e volere nel giorno in cui ci sono stati gli investimenti sul Corso; è un soggetto pericoloso ed è affetto da sindrome schizofrenica. Sono questi i quesiti a cui ha risposto lo psichiatra Danilo Montinaro al quale il giudice Nappi nel febbraio scorso aveva affidato l'incarico di eseguire una perizia psichiatrica sul 28enne casolano che il 13 settembre scorso investì e ferì lungo corso Trento e Trieste due pensionati a bordo della sua Punto lanciata a folle velocità. L’uomo è accusato di tentato omicidio. Con Montinaro anche due psichiatri, periti di parte: Lucio Gallinaro, per l’avvocato Maurizio Di Lallo del foro di Pescara che rappresenta Travaglini e Maurizio Cupillari per la Procura. Nell’udienza di ieri la relazione del perito che era stata chiesta dalla difesa di Travaglini per dimostrare che quanto accaduto il 13 settembre era conseguenza di una situazione patologica del 28enne che non voleva uccidere nessuno. Di parere opposto la Procura. Secondo lo psichiatra Montinaro quel giorno Travaglini era parzialmente capace di intendere e volere a causa della sindrome schizofrenica di cui è affetto e che finora non era stata mai rilevata.
IL PROCESSOAll’esito della perizia l’avvocato Di Lallo ha chiesto comunque una perizia suppletiva, respinta dal giudice e ora presenterà la richiesta perché Travaglini sia posto ai domiciliari per seguire da casa una cura. Attualmente il giovane, che si è sempre detto dispiaciuto per quanto accaduto, è in carcere ed è sottoposto a una terapia farmacologica. Di Lallo ha anche chiesto il dissequestro della Fiat Punto. Secco il no del sostituto procuratore Serena Rossi: con quell’auto è stato commesso il reato. Nappi si è riservato la decisione. Poi il fatto che si sia dichiarata la capacità del 28enne di seguire il processo e che la difesa abbia ribadito di procedere con il rito abbreviato ha portato il giudice a fissare la data della discussione: il 2 ottobre 2023.
IL FATTOIn base alla ricostruzione della Procura e delle indagini dei carabinieri di Lanciano, Travaglini il 13 settembre era uscito di casa, a Casoli, per andare al bar a fare colazione, poi si sarebbe ritrovato a Lanciano e avrebbe imboccato il Corso con la Punto del padre con cui viveva «perché doveva scappare», «sentiva un’ansia crescente e la testa che scoppiava». «Era piena di voci, di rumori. C’è un’ombra che mi opprime, mi segue sempre. Poi c’erano luci accecanti», disse Travaglini che era pure convinto di sbattere contro dei tavolini, non contro delle persone. Invece investì due pensionati, parti offese, Gabriele Staniscia, rappresentato dall’avvocato Antonio Codagnone, e Luciana Iavicoli, che riuscì a salvare il nipotino Federico nel carrozzino che spingeva. A rappresentare la donna il figlio, l’avvocato Piero D’Ugo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
LA PERIZIAEmanuele Travaglini è in grado di partecipare al processo e comprendere quello che accade; era parzialmente capace di intendere e volere nel giorno in cui ci sono stati gli investimenti sul Corso; è un soggetto pericoloso ed è affetto da sindrome schizofrenica. Sono questi i quesiti a cui ha risposto lo psichiatra Danilo Montinaro al quale il giudice Nappi nel febbraio scorso aveva affidato l'incarico di eseguire una perizia psichiatrica sul 28enne casolano che il 13 settembre scorso investì e ferì lungo corso Trento e Trieste due pensionati a bordo della sua Punto lanciata a folle velocità. L’uomo è accusato di tentato omicidio. Con Montinaro anche due psichiatri, periti di parte: Lucio Gallinaro, per l’avvocato Maurizio Di Lallo del foro di Pescara che rappresenta Travaglini e Maurizio Cupillari per la Procura. Nell’udienza di ieri la relazione del perito che era stata chiesta dalla difesa di Travaglini per dimostrare che quanto accaduto il 13 settembre era conseguenza di una situazione patologica del 28enne che non voleva uccidere nessuno. Di parere opposto la Procura. Secondo lo psichiatra Montinaro quel giorno Travaglini era parzialmente capace di intendere e volere a causa della sindrome schizofrenica di cui è affetto e che finora non era stata mai rilevata.
IL PROCESSOAll’esito della perizia l’avvocato Di Lallo ha chiesto comunque una perizia suppletiva, respinta dal giudice e ora presenterà la richiesta perché Travaglini sia posto ai domiciliari per seguire da casa una cura. Attualmente il giovane, che si è sempre detto dispiaciuto per quanto accaduto, è in carcere ed è sottoposto a una terapia farmacologica. Di Lallo ha anche chiesto il dissequestro della Fiat Punto. Secco il no del sostituto procuratore Serena Rossi: con quell’auto è stato commesso il reato. Nappi si è riservato la decisione. Poi il fatto che si sia dichiarata la capacità del 28enne di seguire il processo e che la difesa abbia ribadito di procedere con il rito abbreviato ha portato il giudice a fissare la data della discussione: il 2 ottobre 2023.
IL FATTOIn base alla ricostruzione della Procura e delle indagini dei carabinieri di Lanciano, Travaglini il 13 settembre era uscito di casa, a Casoli, per andare al bar a fare colazione, poi si sarebbe ritrovato a Lanciano e avrebbe imboccato il Corso con la Punto del padre con cui viveva «perché doveva scappare», «sentiva un’ansia crescente e la testa che scoppiava». «Era piena di voci, di rumori. C’è un’ombra che mi opprime, mi segue sempre. Poi c’erano luci accecanti», disse Travaglini che era pure convinto di sbattere contro dei tavolini, non contro delle persone. Invece investì due pensionati, parti offese, Gabriele Staniscia, rappresentato dall’avvocato Antonio Codagnone, e Luciana Iavicoli, che riuscì a salvare il nipotino Federico nel carrozzino che spingeva. A rappresentare la donna il figlio, l’avvocato Piero D’Ugo.
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