L'autobus danneggiato subito dopo l'incidente del 2016

CHIETI

Travolse una donna sulle strisce, condannato autista di bus: era al telefono

L'incidente allo Scalo, sei giorni dopo la signora morì. Inflitti tre anni di reclusione, 5 anni di interdizione e patente ritirata

CHIETI. Conducente di autobus condannato a tre anni di reclusione per aver travolto una donna a Chieti Scalo mentre attraversava sulle strisce pedonaline. La condanna è del giudice monocratico del Tribunale Andrea Di Berardino nei confronti di P.C., 45 anni, autista della società La Panoramica. La donna, Giuseppina Venditti, 69 anni, riportò una serie di fratture e contusioni e dopo sei giorni trascorsi in ospedale morì. Secondo l'accusa l'autista al momento dell'incidente stava utilizzando un apparecchio telefonico che gli occupava le mani e inoltre non si era fermato per dare la precedenza al pedone. Per il conducente del bus, accusato di omicidio stradale, il pm Giuseppe Falasca aveva chiesto tre anni e sei mesi: il giudice lo ha anche interdetto per cinque anni dai pubblici uffici e gli ha revocato la patente.

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Il fatto si verificò il 25 novembre del 2016. Secondo il pm Falasca fu colpa grave quella del conducente dell'autobus, che non permette di partire dal minimo edittale della pena prevista per l'omicidio stradale. La donna, infatti, fu travolta mentre era al centro della carreggiata, sulle strisce pedonali, mentre attraversava e in quel momento erano da escludere, secondo il pm, sia la scarsa illuminazione che la presenza di auto che possa aver celato il pedone alla vista dell'autista. Dalle immagini delle telecamere del bus è emerso in un frame la fonte luminosa, probabilmente generata da un smartphone o da un tablet e che l'autista, che procedeva a meno di 30 chilometri orari, era distratto nella lettura.

«Che fosse distratto è pacifico - ha detto il difensore dell'autista, l'avvocato Vittorio Supino - ma sull'uso del telefonino al di là delle immagini non c'è certezza: il consulente non dice che stava al telefono».