Tre medici a giudizio per la diagnosi errata

Paziente morto due giorni dopo l'incidente d'auto: a processo anche il conducente

LANCIANO. Concorso in omicidio colposo per i postumi di un incidente stradale: sono stati rinviati a giudizio Daniel Nutu Tofaleanu e i medici dell'ospedale di Atessa Manuela Mosca, Elena Giarrocco e Angelo Genovesi. Sono accusati della morte di Emilio Flocco, 80 anni, di Altino, avvenuta il 20 febbraio 2009. Tofaleanu, al volante di un'auto, causò l'incidente e, per l'accusa, i medici che soccorsero Flocco non rilevarono le fratture di 4 costole.

Inizierà il 18 dicembre 2012 il processo che vede imputati il conducente del veicolo, romeno, e tre medici dell'ospedale San Camillo di Atessa: la Mosca, radiologo; Giarrocco, medico del pronto soccorso; Genovesi medico del reparto di medicina generale. Lo ha deciso il giudice per le udienze preliminari, Francesco Del Villano Aceto. Il giudice ha respinto le richieste degli avvocati difensori dei quattro indagati, ossia «il non luogo a procedere» e in subordine «l'apertura dell'istruttoria per la perizia medico-legale» e ha accolto la richiesta del rinvio a giudizio del procuratore Francesco Menditto e dell'avvocato della famiglia di Flocco, Sandro Desiderio. «Il giudice ha ritenuto la fondatezza dell'ipotesi accusatoria», commenta Desiderio, «e il fatto che bastano le perizie, i documenti e le testimonianze presenti negli atti, per aprire il processo. Nell'udienza dal Gup, inoltre, la Asl Lanciano-Vasto-Chieti, si è costituita responsabile civile».

I fatti si sono svolti tra il 18 e il 20 febbraio 2009. Il 18, mentre percorreva la strada provinciale Atessa-Lanciano, al bivio con la strada comunale Bonifica, la Fiat Scudo condotta da Tofaleanu si schiantò contro la Fiat Seicento guidata da Flocco. Soccorso dal servizio di emergenza sanitaria 118, Flocco fu trasportato al pronto soccorso dell'ospedale di Atessa. Secondo la Procura, arrivato in ospedale, Manuela Mosca, difesa dall'avvocato Filomena Mancinelli, lo sottopose a una radiografia che evidenziò la presenza di una "immagine pseudonodulare sopra la cupola diaframmatica di sinistra, ma non le fratture composte di 3º-4º-5º-6ºcosta di sinistra sull'arco alterale".

Giarrocco, difesa da Tonino Cellini, per la procura dimise l'anziano dall'ospedale con la diagnosi di "contusione anca sinistra e distorsione rachide cervicale", senza tenere conto dei risultati degli accertamenti strumentali e in particolare la necessità di approfondire lo studio della immagine anomala repertata dallo specialista radiologo". Genovesi, difeso da Tommaso Di Nella, sempre per l'accusa ha invece "ritardato la richiesta di una Tac toraco-addominale, dopo che il paziente era tornato in ospedale e era stato ricoverato in medicina, il cui esito avrebbe consentito di fare una diagnosi corretta e di eseguire su Flocco l'intervento chirurgico".

L'anziano morì due giorni dopo l'incidente nell'ospedale di Vasto, dove era stato trasportato per l'intervento, "per ernia diaframmatica post traumatica, insufficienza respiratoria, insufficienza renale acuta e shock irreversibile". La moglie e i due figli di Flocco si sono costituiti parte civile: hanno chiesto il risarcimento danni di 900mila euro.

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