Tribunale, a Roma il 24 contro la chiusura
L’Ordine degli avvocati: manifestazione con i 41 Comuni frentani e ricorso anti-riforma
LANCIANO. Protesta a Roma e documenti da presentare in Parlamento e al Consiglio regionale. C’è fermento in città per cercare di bloccare la chiusura del tribunale che, assieme ad altri 36 presidi di giustizia cosiddetti “minori”, saranno soppressi in base al decreto del governo per la riforma delle circoscrizioni giudiziarie.
«Una scelta folle e scellerata», l’hanno definita in molti, in primis il sindaco Mario Pupillo, quella di chiudere il presidio di Lanciano, uno dei migliori per volume di cause, velocità nelle sentenze, la presenza di 41 Comuni e della Val di Sangro, il maggior agglomerato industriale del Centro sud Italia nel suo raggio d’azione.
Ieri, durante l’assemblea organizzata dall’Ordine degli avvocati ma aperta anche ai dipendenti del tribunale e al sindaco, legali e personale hanno deciso di far sentire la propria voce di protesta a Roma. «Andremo nella Capitale il 24 luglio», dice il presidente dell’Ordine, Sandro Sala, «parteciperemo alla manifestazione di protesta organizzata dai Comuni dell’Anci. Coinvolgeremo anche le amministrazioni dei 41 Comuni frentani. Poi presenteremo un ricorso alla magistratura per incostituzionalità della legge di riforma».
Promette una risoluzione urgente in Consiglio regionale per Lanciano il presidente della commissione regionale bilancio, Emilio Nasuti (Pdl). «È impensabile sopprimere il tribunale di Lanciano», commenta Nasuti, «e non per campanilismo. Lanciano è facilmente raggiungibile da Vasto e Ortona, dispone di una sede ristrutturata, è sede di una delle tre Corti d’assise abruzzesi, ha competenza sulla Val di Sangro. Andare a Chieti crea anche il problema delle distanze: per percorrere i 130 chilometri tra il capoluogo e Schiavi d’Abruzzo, occorrono un paio d’ore di viaggio. Immaginate i disagi per chi dovesse essere convocato per una semplice testimonianza».
Non solo Nasuti evidenzia anche che l’unificazione dei 3 ordini forensi (Chieti, Lanciano e Vasto,) porterebbe a far gravitare su Chieti oltre 1.500 avvocati, oltre ai praticanti. Un numero spropositato e difficilmente gestibile in una città che ha un tribunale inagibile.
«Sono pronto a sostenere la battaglia in difesa di Lanciano anche presso le commissioni Giustizia di Camera e Senato», dice il consigliere. (t.d.r.)
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