Tribunale da chiudere, vanno via altri due giudici
Dopo la Grilli e De Filippis, sono dati in partenza anche la De Nisco e Riviezzo Di Domenico: «Bisogna mobilitare la città». Sisti: «Attività giudiziaria a rischio»
LANCIANO. Dopo i giudici Flavia Grilli e Giancarlo De Filippis, altri due magistrati sono in procinto di lanciare il tribunale di Lanciano. Si tratta di Paola De Nisco e Ciro Riviezzo. Partenze che rallenteranno l’attività giudiziaria e che renderanno ancora più difficile la permanenza del presidio di giustizia in città, che, secondo la legge della revisione delle circoscrizioni giudiziarie, dovrebbe chiudere i battenti entro settembre 2015.
«Occorre uno scossone, una presa di coscienza che mobiliti la città e il comprensorio in difesa del tribunale di Lanciano che è storico», sollecita Marco Di Domenico, consigliere comunale, avvocato e membro dell’ordine forense frentano, che vuole scuotere città e amministrazione comunale perché difendano il tribunale dalla chiusura. «Negli altri centri sedi di tribunali in chiusura, come Sulmona, Orvieto, c’è una mobilitazione continua in difesa del presidi», fa notare il consigliere, «perché si è capito che non è una battaglia di categoria, degli avvocati, né una questione politica, ma la difesa di un baluardo di giustizia del territorio».
A Sulmona alcuni avvocati stanno facendo lo sciopero della fame e la città da due anni sta lottando per evitare la chiusura del presidio; ad Orvieto personale del tribunale, cittadini e politici hanno bloccato il casello dell’A1. E Lanciano? «Non voglio sobillare ma spronare il territorio a difendere il diritto alla giustizia perché il tribunale abbraccia un comprensorio di 41 Comuni, la Val di Sangro, ha creato un indotto notevole», precisa Di Domenico, «ripeto è una battaglia dei cittadini, della collettività, dei sindacati, delle forze produttive».
Nei giorni scorsi dopo una riunione a San Giovanni in Venere organizzata dalla Provincia sui tribunali di Lanciano e Vasto, la parola spettava ai sindaci. Ma tutto tace in città. «A Lanciano la situazione è anche peggiore rispetto agli altri presidi in chiusura», fa notare Nicola Sisti, il difensore civico regionale, «perché i giudici da dieci sono quasi dimezzati. Oltre alla Del Villano, in estate sono stati trasferiti anche Grilli e De Filippis. Ora andrà via la De Nisco e si vocifera anche Riviezzo. È logico che i giudici preferiscano lasciare i tribunali in chiusura ma così a Lanciano rischiano di bloccarsi i procedimenti, i processi perché i Got non possono sentenziare su tutto. Così i due anni di proroga del governo diventano un’agonia, devono invece essere un’occasione in cui cercare soluzioni per difendere i nostri tribunali».
Teresa Di Rocco
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