Troppi detenuti, il carcere scoppia

L'accusa degli avvocati: le celle contengono il doppio delle persone previste

VASTO. «Nella casa circondariale di Torre Sinello i detenuti vivono in condizioni estremamente disagiate. Il sovraffollamento esaspera i detenuti e rende estremamanete difficoltoso anche il compito degli agenti di polizia penitenziaria. E' necessario trovare un rimedio». La denuncia (fatta a nome anche di altri colleghi) è dell'avvocato Angela Pennetta.

A tre anni dall'indulto il carcere vastese scoppia. Le celle realizzate per un centinaio di detenuti ne ospitano attualmente più di 240, il 40% dei quali di origine straniera. «Uno dei mie assistiti vive in una cella di due metri per tre con altri tre detenuti. Le quattro brande occupano quasi tutto lo spazio. Spesso i detenuti italiani rifiutano il cibo per protesta», denuncia Angela Pennetta. «Una situazione così disagiata crea malumore e nervosismo. L'esasperazione può essere foriera di scatti di ira. E' necessario intervenire prima che ciò avvenga», chiede l'avvocato Pennetta a parere del quale a Torre Sinello la situazione ormai è esplosiva.

Laboratori trasformati in celle. Detenuti di etnia, lingua e religione diversa costretti a convivere in pochi metri quadri. Nel carcere vastese è allarme sovraffollamento. Non più tardi di due mesi fa gli stessi sindacati di polizia penitenziaria lamentavano condizioni lavorative insostenibili. Tutte le sigle: Osapp, Uil, Cisl-Fns, Sinappe, Ugl e Cnpp hanno più volte segnalato i problemi e i disagi sopportati all'interno della casa circondariale al ministro della Giustizia. Il direttore dell'istituto di pena, Carlo Brunetti, a inizio anno inoltrò a Roma la richiesta di sfollamento urgente.

Ma i tagli alla spesa pubblica della legge finanziaria non risparmiano nessuno. Tanto meno gli istituti di pena. «Qualcosa va comunque fatto per motivi di sicurezza», insiste l'avvocato Pennetta. «Il numero di detenuti a Vasto non è mai stato così alto». Tanti i trasferimenti a Vasto da Milano e dai grossi penitenziauntari del nord Italia. Le stanze a Punta Penna sono diventate poche e troppo piccole. Sempre più spesso il personale di custodia ha problemi per assicurare a tutti acqua calda.

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