Trovata in Germania la bimba sparita La polizia arresta la mamma e gli zii 

Dopo 40 giorni di indagini della questura di Chieti è stata ritrovata a Duisburg la piccola di 8 anni scomparsa da Sambuceto I genitori avevano perso la patria potestà per reati di droga e tutta la famiglia era stata indagata per sottrazione di minore

SAN GIOVANNI TEATINO. Veniva nascosta dalla madre in Germania, con l’aiuto della zia paterna latitante e del compagno di quest’ultima. È stata ritrovata dopo quaranta giorni di indagini, condotte dalla polizia di Stato di Chieti, la piccola di otto anni scomparsa nella notte tra il 25 e il 26 maggio dalla casa della nonna, a Sambuceto. Ieri, a ora di pranzo, l’irruzione della polizia tedesca nella casa di Duisburg in uso alla zia paterna, pescarese 49enne latitante da sette anni. In manette è finito, oltre alla madre, anche il compagno della zia. Per i tre arrestati sono partite le procedure di estradizione. Per la piccola ora dovrà invece iniziare una nuova vita, con il ritorno in Italia e la procedura di adottabilità già avviata dal tribunale dei minori dell’Aquila. Una nuova vita per riprendere il filo di un’infanzia spezzata a metà, in un contesto familiare difficile, fatto di tanti problemi giudiziari dei genitori, a partire da quelli che, ad aprile, hanno portato a togliergli l’affidamento.
DROGA E PISTOLE NEL LETTO
L’ultima disavventura di Sara (nome di fantasia della bimba) inizia con le ultime vicende giudiziarie che coinvolgono i genitori. Ad aprile entrambi vengono arrestati dai carabinieri di Sambuceto per droga. Quando i militari perquisiscono l’abitazione, si trovano davanti a una scena incredibile: nel letto in cui Sara passa la notte, padre e madre nascondono anche armi e stupefacenti. Per lui vengono disposti i domiciliari con il braccialetto elettronico, per lei l’obbligo di dimora a San Giovanni Teatino e, per entrambi, il tribunale sospende la potestà genitoriale. Ma già quella di Sara, in generale, non era una vita facile: come accertato in seguito dai servizi sociali, non era mai stata iscritta a scuola, non era stata vaccinata e né mai stata visitata da un pediatra.
LA SCOMPARSA
La mattina del 26 maggio viene denunciata la scomparsa di Sara dalla casa della nonna. Infatti, pur essendo stata assegnata dal tribunale per i minorenni in una comunità, nei fine settimana può stare con i parenti. A quanto racconta in seguito la nonna stessa, sabato sera Sara rientra dopo un pomeriggio al parco con la zia, che vive nello stesso edificio, rincasa stanca, cena e si mette a letto vestita. Domenica mattina la nonna si sveglia poco dopo le 7 e non trova la nipote in casa. Avverte gli zii che, a loro volta, chiamano la polizia. Vengono ascoltati i parenti, si fanno le prime supposizioni: immediatamente si sospetta che la madre abbia portato via Sara. Ad ogni modo, a Sambuceto e dintorni di mamma e figlia non c’è traccia.
LA FUGA IN GERMANIA
Poche ore e gli inquirenti appurano definitivamente che non è stato un colpo di testa, men che meno una fuga estemporanea. La donna ha infatti preso la strada della Germania. È arrivata a Bologna ed è salita sul bus Flixbus della linea Firenze-Lipsia, prendendo due biglietti fino a Monaco di Baviera. Lo confermano anche le immagini della videosorveglianza dell’autostazione di Bologna. Quando domenica mattina viene denunciata la scomparsa, la piccola, probabilmente è già in Germania. La procura di Chieti apre un’inchiesta per sottrazione di minore, con le indagini della squadra mobile di Chieti, coordinate dal sostituto procuratore Giancarlo Ciani. Viene attivato, come da prassi, il Sirene, servizio di cooperazione internazionale di polizia.
TUTTA LA FAMIGLIA INDAGATA
La madre che ha portato via la bimba si mette sul groppone, oltre alla violazione dell’obbligo di dimora, anche l’accusa di sottrazione di minore. E con lei tutta la famiglia, ora accusata di concorso in sottrazione di minore: il padre della piccola con la sorella, nonna e zii materni. La polizia di Stato perquisisce le abitazioni della famiglia, passa al setaccio i cellulari. Gli inquirenti ipotizzano che l’intera famiglia sia stata complice della fuga architettata dalla mamma. Ci sono le incongruenze nei racconti e dai cellulari vengono fuori gli “indizi telematici” che portano a Duisburg: mezzo milione di abitanti nel land della Renania Settentrionale-Vestfalia. E qui si cerca pure la zia paterna latitante, gravata da un mandato d’arresto europeo, sulle cui tracce da tre mesi ci sono i carabinieri del nucleo investigativo di Pescara.
IL BLITZ RISOLUTIVO
Un primo blitz infatti viene fatto dalla polizia tedesca in casa di uno dei cinque figli della latitante. Il cerchio si stringe: per gli inquirenti è chiaro che più d’un familiare sta coprendo la fuga. Quella prima irruzione però non dà frutti: lì non ci sono né latitante né mamma e figlia. Ieri invece l’epilogo, a ora di pranzo, nella casa in uso alla zia paterna, che verosimilmente cambia spesso alloggio. Scattano i tre arresti: madre di Sara, zia paterna e zio acquisito. La bimba viene affidata a un centro di accoglienza, in attesa che la raggiunga, per riportarla in Italia, Monia Scalera, avvocato del foro di Chieti a cui il tribunale dei minori ha attribuito, nelle scorse settimane, il ruolo di curatore speciale dopo aver tolto la patria potestà ai genitori e aperto il procedimento di adottabilità. Un cammino che può restituire a Sara una vita e, forse, anche un pezzo d’infanzia.
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