Trovato morto: s’indaga per omicidio
Francesco Ciammaichella aveva una ferita alla testa: forse è stato colpito con un bastone. In due portati in caserma
CHIETI. Morto sul pavimento di casa, con una ferita alla testa, il corpo per metà sotto il tavolo della cucina e intorno tracce di sangue. L’hanno trovato così Francesco Ciammaichella, 40 anni, una vita segnata dall’alcol e dalla dipendenza, piccoli problemi giudiziari alle spalle. I carabinieri indagano per omicidio: sarà l’autopsia a fugare ogni dubbio, ma il sospetto è che la vittima sia stata uccisa con un colpo di bastone nella casa parcheggio in cui viveva, un monolocale al quarto piano di una palazzina popolare di proprietà del Comune, al civico 41 di via Albanese, quartiere Sant’Anna. Adesso gli investigatori scandagliano nella cerchia delle relazioni dell’uomo, piuttosto circoscritte: fino a tarda notte, nella caserma di via Ricciardi a Chieti Scalo, alla presenza del sostituto procuratore Giuseppe Falasca, sono stati ascoltati un uomo e una donna. Ciammaichella abitava da solo e percepiva il reddito di cittadinanza: la compagna, di quindici anni più grande, Annamaria Manca, è morta nel 2020 per una malattia.
L’ALLARME
A lanciare l’allarme, verso le quattro di ieri pomeriggio, è un vicino. A insospettirlo è l’odore pungente che arriva da quel piccolo appartamento con il portone d’ingresso rotto e, quindi, di facile accesso per chiunque. Sul posto, in rapida successione, giungono l’ambulanza del 118 e i carabinieri. Per Ciammaichella non c’è niente da fare: in base alle prime ipotesi, è deceduto la sera precedente, ovvero almeno 15 ore prima. Fin da subito non c’è alcuna certezza che quella ferita sia stata causata da una caduta, magari per un malore. In via Albanese arrivano il colonnello Alceo Greco, comandante provinciale dell’Arma, e il pm Falasca.
LE INDAGINI
Gli investigatori della stazione di Chieti Principale, del nucleo operativo e radiomobile e del reparto operativo ispezionano l’abitazione a caccia di eventuali tracce per risolvere quello che, già dall’inizio, assume i contorni di un vero e proprio giallo. Anche se non ci sono segni evidenti di colluttazione. Gli accertamenti medico-legali del professor Cristian D’Ovidio vanno avanti per ore dentro l’appartamento, mentre i carabinieri iniziano anche ad ascoltare chi abita nel palazzo. Secondo le prime informazioni, nessuno – nelle ore precedenti al ritrovamento del cadavere – ha sentito rumori sospetti e grida, né ha notato movimenti strani nella palazzina popolare. Sono le sette di sera quando una donna viene portata in caserma, con l’auto dei carabinieri, per essere ascoltata. Due ore dopo, la stessa trafila tocca a un uomo.
LE IPOTESI
Chi poteva avercela con Ciammaichella? Di certo, se di omicidio si è trattato, alla base non può esserci un tentativo di furto o di rapina: nel modestissimo monolocale non c’era assolutamente nulla di valore. Così come è difficile ipotizzare che il delitto si sia consumato in un contesto di vendette criminali. Anche se Ciammaichella aveva precedenti per furto e un divieto di ritorno nel Comune di Pescara. Sarà fondamentale ricostruire le ultime ore della sua vita. E sembra che, nei due giorni precedenti al delitto, nessuno lo abbia visto in giro.
L’INCHIESTA
Il primo passo dell’inchiesta sarà l’affidamento dell’autopsia, che potrebbe essere svolta già domani. Fino a ieri notte nessun fermo era stato operato da parte degli investigatori.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ALLARME
A lanciare l’allarme, verso le quattro di ieri pomeriggio, è un vicino. A insospettirlo è l’odore pungente che arriva da quel piccolo appartamento con il portone d’ingresso rotto e, quindi, di facile accesso per chiunque. Sul posto, in rapida successione, giungono l’ambulanza del 118 e i carabinieri. Per Ciammaichella non c’è niente da fare: in base alle prime ipotesi, è deceduto la sera precedente, ovvero almeno 15 ore prima. Fin da subito non c’è alcuna certezza che quella ferita sia stata causata da una caduta, magari per un malore. In via Albanese arrivano il colonnello Alceo Greco, comandante provinciale dell’Arma, e il pm Falasca.
LE INDAGINI
Gli investigatori della stazione di Chieti Principale, del nucleo operativo e radiomobile e del reparto operativo ispezionano l’abitazione a caccia di eventuali tracce per risolvere quello che, già dall’inizio, assume i contorni di un vero e proprio giallo. Anche se non ci sono segni evidenti di colluttazione. Gli accertamenti medico-legali del professor Cristian D’Ovidio vanno avanti per ore dentro l’appartamento, mentre i carabinieri iniziano anche ad ascoltare chi abita nel palazzo. Secondo le prime informazioni, nessuno – nelle ore precedenti al ritrovamento del cadavere – ha sentito rumori sospetti e grida, né ha notato movimenti strani nella palazzina popolare. Sono le sette di sera quando una donna viene portata in caserma, con l’auto dei carabinieri, per essere ascoltata. Due ore dopo, la stessa trafila tocca a un uomo.
LE IPOTESI
Chi poteva avercela con Ciammaichella? Di certo, se di omicidio si è trattato, alla base non può esserci un tentativo di furto o di rapina: nel modestissimo monolocale non c’era assolutamente nulla di valore. Così come è difficile ipotizzare che il delitto si sia consumato in un contesto di vendette criminali. Anche se Ciammaichella aveva precedenti per furto e un divieto di ritorno nel Comune di Pescara. Sarà fondamentale ricostruire le ultime ore della sua vita. E sembra che, nei due giorni precedenti al delitto, nessuno lo abbia visto in giro.
L’INCHIESTA
Il primo passo dell’inchiesta sarà l’affidamento dell’autopsia, che potrebbe essere svolta già domani. Fino a ieri notte nessun fermo era stato operato da parte degli investigatori.
©RIPRODUZIONE RISERVATA