<strong>Casoli.</strong> Prima pronuncia in materia nella zona. Gli avvocati: «Abbiamo dimostrato la responsabilità del gestore telefonico»

Truffa web, giudice di pace condanna Telecom

Bolletta risarcita a un utente vittima di un virus che connette il pc a numeri con tariffa speciale

CASOLI. Il giudice di pace condanna Telecom per le connessioni internet verso numeri a pagamento. Si tratta della prima pronuncia in materia nella zona del Frentano e della Val di Sangro. Un consumatore di Altino, Antonio Paravia, aveva presentato ricorso contro la compagnia telefonica dopo essersi visto recapitare a casa bollette più che "salate". A inserirsi nel suo computer era un dialer (letteralmente "compositore"), un programma che crea una connessione a internet ma, nella maggior parte dei casi, collegandosi a numeri a tariffazione speciale e all'insaputa dell'utente.  Quello che è successo al consumatore di Altino: il dialer ha cambiato il numero telefonico di accesso a internet, sostituendolo con un numero a pagamento maggiorato dove parte di quello che si paga per la telefonata viene girato dall'operatore telefonico a una terza persona o società, quella che appunto dissemina i dialer.  Dopo aver ricevuto a casa una fattura da 486,14 euro, Paravia si è rivolto all'associazione dei consumatori Adoc e ha presentato ricorso contro Telecom. Nei giorni scorsi la causa è stata discussa davanti al giudice di pace di Casoli, Angela Calderoni, che ha dato ragione all'utente e condannato al risarcimento della bolletta e delle spese processuali il gestore telefonico. I tre avvocati del collegio difensivo, Giordano Pierluigi, Roberto Ceroli e Nicola Criscuoli, hanno dimostrato che la responsabilità dell'intromissione di un dialer nella connessione era della Telecom.  «L'operatore telefonico non riconosce questo tipo di risarcimento», spiega Criscuoli, avvocato dell'Adoc, «in questo consiste la novità della sentenza emessa dal giudice di pace di Casoli». «Con i colleghi abbiamo dimostrato che la responsabilità è della Telecom», aggiunge Pierluigi, «che doveva provvedere ad un controllo e consentire all'utente la disattivazione di questi numeri ingannevoli, che si collegano a sua insaputa».

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