Tumini lascia l’Assovasto «Punta Penna muore»

L’imprenditore si dimette da presidente del sodalizio che raduna 90 aziende «Regione ferma sulla trasformazione di questa area in zona commerciale»

VASTO. Gabriele Tumini ha rassegnato le dimissioni da presidente dell’Assovasto. È lo stesso imprenditore a confermare la notizia. «In queste condizioni non è più possibile andare avanti. Punta Penna continua a essere al centro di mille dibattiti ma intanto l’area muore in attesa che la Regione si decida ad avviare un percorso di trasformazione utile all’economia e al turismo e innocuo per l’ambiente», commenta con grande amarezza il presidente dimissionario. Non ha mai nascosto Tumini di essere favorevole alla trasformazione di Punta Penna in zona commerciale.

Lo sfogo. Da un anno l’industriale lancia Sos e cerca di scuotere la Regione e le istituzioni. Deluso e amareggiato dai prolungati silenzi getta la spugna. «Da tre anni non si produce più reddito. Un terzo delle aziende iscritte al sodalizio ormai non c’è più. L’Assovasto conta ormai meno di 90 aziende. Il miracolo industriale è uno sbiadito ricordo. Davanti a uno scenario drammatico è necessario e doveroso cercare un modo per rimettere in moto l’economia. Un’occasione per crescere poteva essere l’ampliamento della destinazione commerciale di Punta Penna», dice con una punta di rammarico l'imprenditore. La Regione, però, tace e tentenna. «La crisi fa paura. Il 2013 potrebbe essere peggio del 2012. La serietà e l’operosità degli imprenditori non bastano più. Io ho deciso di gettare la spugna. Mi auguro che qualcun altro dopo di me continui a combattere per guarire il Vastese dall’agonia. Non c’è più un minuto da perdere. O si fa subito qualcosa o le attività avviate a fatica a Punta Penna moriranno»,ripete l'industriale. Le dimissioni di Tumini sono emblematiche.

I sindacati. Per molti rappresentanti del mondo sindacale le dimissioni di Tumini non sono affatto inaspettate. Già la scorsa estate durante il forum con il direttore del Centro, Mauro Tedeschini, Tumini aveva lanciato qualche richiamo ai politici regionali palesando la propria stanchezza. Per i sindacati la decisione dell’imprenditore traduce la sfiducia di molti operatori nelle istituzioni. «Il Vastese si sente abbandonato. La Regione è poco attenta alle esigenze di Punta Penna. È necessario attivarsi per evitare che la fine della crisi trovi in Vastese il deserto», sostengono Cgil,Cisl e Uil.

Confindustria. Gabriele Tumini non è l’unico imprenditore deluso dalla politica. Subito dopo Natale il presidente di Confindustria Chieti, Paolo Primavera, nel confermare l’imminente avvio dell’attività mercantile a Punta Penna, aveva lanciato un amaro messaggio alla politica. «Gli industriali non chiedono e non vogliono nulla dalla politica, ma fanno un appello ai politici: lasciateci lavorare. La politica non ostacoli il nostro lavoro». Una dichiarazione che la dice lunga sul clima di esasperazione che si respira all’ombra del faro del porto.

Il passaggio del testimone. Le dimissioni di Tumini pare siano irrevocabili. Se così fosse gli iscritti all’associazione, che a dicembre ha compiuto 22 anni, dovranno eleggere presto un nuovo presidente. Secondo indiscrezioni il più quotato a prendere in mano le redini del sodalizio è l'imprenditore Marcello Dassori, stimato e giovane imprenditore vastese. Certo è che chiunque prenderà il testimone di Tumini si troverà a dover gestire una situazione affatto rosea. Quello attuale è considerato da tutti il momento più drammatico dell’ultimo ventennio. Trovare un rimedio alla crisi e alla disoccupazione che cresce non sarà facile.

Paola Calvano

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