Turbogas, rumori e fumi pericolosi
L'associazione 'Ortona, osservatorio ambiente': non aprite la centrale
ORTONA. La centrale Turbogas della Tamarete energia srl sotto la lente del Comitato "Ortona: Osservatorio Ambiente" che individua e rende note alcune criticità dell'impianto realizzato nella zona industriale della città.
E lo fa con un'informativa con riferimenti a studi, a dati e ad altro che sarà inoltrata in questi giorni al presidente del consiglio comunale e ai consiglieri in vista dell'assise civica di lunedì. «Nel documento Aia 2009 l'emissione di rumori si attesta appena al di sotto del consentito» si legge nella nota, «le emissioni sonore saranno continuative nell'arco della giornata per 333 giorni su 365, pertanto, la continuità unita alla presenza di altre fonti emissive, ne determinerà una percezione maggiore, minando il normale equilibrio psicofisico dei residenti, a seguito dell'entrata in esercizio della centrale». Il comitato è preoccupato anche delle emissioni in atmosfera dei fumi, poiché «nel progetto sono previsti due camini maggiori già installati e altri 10 punti di emissione che prevedono la fuoriuscita di polveri sottili dovute alla combustione del gas naturale», si sintetizza nel secondo punto, «e inoltre lo scambio termico in atmosfera si attesta in media a 160ºC che induce a riflettere sulle ricadute ambientali e di salute pubblica, anche in relazione alla relativa incidenza di piogge acide».
Attenzione anche sulla gestione dei rifiuti, in quanto: «le acque di dilavamento dell'impianto a seguito della pioggia verranno convogliate presso il fosso Mingone nel vicinanze, attualmente in secca, e dà li riversate a mare. Il dilavamento dell'impianto comporterebbe anche una dispersione di chimici che si accumulano sulla struttura a seguito della combustione, quindi, poniamo di nuovo il problema dell'inquinamento delle acque».
Il comitato chiede maggiori garanzie. Si ipotizza anche la pericolosità di questo insediamento, evidenziando che: «la centrale prevede una accensione e uno spegnimento assistito da una caldaia a vapore ausiliaria. La manovra dura da 20 a 80 minuti ed è noto che questa azione fa aumentare il rischio di incendio ed esplosione della centrale, come la cronaca recente ci ha messo a conoscenza».
L'associazione, presieduta dal residente Adriano Nasuti, colloca la questione della Turbogas nel quadro più ampio degli: «impianti già esistenti ed in via di autorizzazione che sommandoli creerebbero un ambiente invivibile per tutti i cittadini» e ricorda che: «il gas naturale, le biomasse ed il petcoke non rientrano tra le energie rinnovabili».
Inoltre, si tiene conto anche delle ripercussioni negative sull'economia: «che vanta una tradizione enogastronomica consolidata grazie a numerose famiglie che si dedicano all'agricoltura, ma anche alle cantine di pregio. Il comitato chiude con un appello agli amministratori: di attivarsi per scongiurare l'apertura dell'impianto e di tutte le attività che potrebbero arrecare danno alla salute, alla vivibilità ed al patrimonio di Ortona».
E lo fa con un'informativa con riferimenti a studi, a dati e ad altro che sarà inoltrata in questi giorni al presidente del consiglio comunale e ai consiglieri in vista dell'assise civica di lunedì. «Nel documento Aia 2009 l'emissione di rumori si attesta appena al di sotto del consentito» si legge nella nota, «le emissioni sonore saranno continuative nell'arco della giornata per 333 giorni su 365, pertanto, la continuità unita alla presenza di altre fonti emissive, ne determinerà una percezione maggiore, minando il normale equilibrio psicofisico dei residenti, a seguito dell'entrata in esercizio della centrale». Il comitato è preoccupato anche delle emissioni in atmosfera dei fumi, poiché «nel progetto sono previsti due camini maggiori già installati e altri 10 punti di emissione che prevedono la fuoriuscita di polveri sottili dovute alla combustione del gas naturale», si sintetizza nel secondo punto, «e inoltre lo scambio termico in atmosfera si attesta in media a 160ºC che induce a riflettere sulle ricadute ambientali e di salute pubblica, anche in relazione alla relativa incidenza di piogge acide».
Attenzione anche sulla gestione dei rifiuti, in quanto: «le acque di dilavamento dell'impianto a seguito della pioggia verranno convogliate presso il fosso Mingone nel vicinanze, attualmente in secca, e dà li riversate a mare. Il dilavamento dell'impianto comporterebbe anche una dispersione di chimici che si accumulano sulla struttura a seguito della combustione, quindi, poniamo di nuovo il problema dell'inquinamento delle acque».
Il comitato chiede maggiori garanzie. Si ipotizza anche la pericolosità di questo insediamento, evidenziando che: «la centrale prevede una accensione e uno spegnimento assistito da una caldaia a vapore ausiliaria. La manovra dura da 20 a 80 minuti ed è noto che questa azione fa aumentare il rischio di incendio ed esplosione della centrale, come la cronaca recente ci ha messo a conoscenza».
L'associazione, presieduta dal residente Adriano Nasuti, colloca la questione della Turbogas nel quadro più ampio degli: «impianti già esistenti ed in via di autorizzazione che sommandoli creerebbero un ambiente invivibile per tutti i cittadini» e ricorda che: «il gas naturale, le biomasse ed il petcoke non rientrano tra le energie rinnovabili».
Inoltre, si tiene conto anche delle ripercussioni negative sull'economia: «che vanta una tradizione enogastronomica consolidata grazie a numerose famiglie che si dedicano all'agricoltura, ma anche alle cantine di pregio. Il comitato chiude con un appello agli amministratori: di attivarsi per scongiurare l'apertura dell'impianto e di tutte le attività che potrebbero arrecare danno alla salute, alla vivibilità ed al patrimonio di Ortona».
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