CHIETI

Uccise la madre a coltellate, perizia sulla capacità d'intendere

Processo in Corte d'Assise, l'imputato ricostruisce l'omicidio a Bucchianico

CHIETI. Si farà una perizia sulla sua capacità di intendere e volere al momento del fatto, sulla capacità di partecipare scientemente al processo e, in caso di giudizio positivo, per accertare se esiste condizione di pericolosità sociale, su Cristiano De Vincentiis, accusato di aver ucciso con 34 coltellate la madre Paola, in casa a Bucchianico il 19 ottobre 2022. Lo ha stabilito la Corte Assise di Chieti, affidando l'incarico al professor Giovanni Battista Camerini, dove ormai è alle battute finali il processo che vede l'uomo imputato di omicidio volontario aggravato.

De Vincentiis, difeso dall'avvocato Gianluca Totani e detenuto nel carcere di Viterbo, oggi si è sottoposto all'esame
in aula, dinanzi al collegio presieduto da Guido Campli, giudice a latere Maurizio Sacco, rispondendo alle domande del pm Giancarlo Ciani e del difensore. L'imputato ha negato le liti per i soldi che era costretto ogni volta a chiedere alla madre per il ristorante, i viaggi e la moto, e che secondo l'accusa sono alla base dell'omicidio, discussioni che ha invece ammesso subito dopo i fatti nell'interrogatorio in ospedale dinanzi al pm Giancarlo Ciani descrivendo le fasi dell'omicidio.

"Se l'ho detto, ho detto una stupidaggine, ero sfasato dai farmaci - ha detto davanti alla Corte. Prendevamo 2.200 euro al mese - ha detto riferendosi alle tre pensioni che arrivavano in casa dove viveva anche una zia -, i soldi non ci sono mai mancati". Quanto alle fasi dell'omicidio, De Vincentiis ha raccontato l'aggressione subita da parte della madre che quella mattina mentre dormiva lo colpì al petto con un coltello e alla testa con uno schiaccianoci. "Mi sono svegliato con il dolore - ha detto De Vincentiis - con il coltello ficcato al petto e mia madre seduta lì che mi guardava con gli occhi da pazza. Poi io ho cercato di alzarmi, lei me lo ha tolto e me lo ha messo alla gamba - ha aggiunto a proposito del coltello - ho urlato come un pazzo, io ho cercato di toglierlo, lei mi ha dato una botta con lo schiaccianoci d'acciaio, mi colava tutto il sangue, ho avuto paura, ho detto sto morendo ucciso da mia madre, una cosa pazzesca, non credevo ai miei occhi. Abbiamo colluttato per il coltello, io sono riuscito a toglierlo e poi sì che ho dato la coltellata a lei, per difesa, per difendermi dalla paura".

Quante coltellate ha dato, chiede il pm? "Io non mi ricordo, erano tre pensavo, invece erano molte di più, erano 34 giusto? Evidentemente gliene ho date di più, non mi sono reso conto. Quando ho lasciato lì mia madre pensavo che era viva". Fu poi lui stesso a dare l'allarme, insanguinato e con il coltello ancora in mano.

Le due sorelle della vittima sono costituite parte civile con l'avvocato Anna Olivieri. L'udienza di discussione è fissata
per il 30 settembre: oggi nel processo sono entrati i verbali di interrogatorio resi durante le indagini e quello di convalida
del fermo.