Uil sulle assunzioni Ikea: solo 140 sono abruzzesi
Il sindacato regionale attacca sulle strategie del colosso svedese del mobile Miccoli: nessuno dei trenta addetti in cassintegrazione è stato assorbito
CHIETI. «Non ci piacciono le raccomandazioni di massa caldeggiate da certi politici, ma dietro lo scudo delle rivelazioni sbandierate su ingerenze nelle assunzioni in corso, l'Ikea sta portando avanti una strategia dell'occupazione quanto meno dubbia su cui la politica e le istituzioni regionali e teatine devono alzare la testa». Sul colosso svedese che si prepara a inaugurare il suo grande magazzino a Sambuceto c'è l'analisi di Mario Miccoli. Il segretario regionale della Uil-Tucs (Turismo, commercio e servizi) addebita al marchio scandinavo del mobile pret-à-porter di aver usato Chieti e l'Abruzzo come «ammortizzatore occupazionale delle perdite di posti di lavoro registrate dal gruppo nelle regioni limitrofe, da dove cioè proviene un terzo dei circa 200 assunti. Dobbiamo ammettere», prosegue Miccoli, «che Ikea ha scelto su questo la trasparenza, mettendo subito avanti l'esigenza di riassorbire una sessantina di dipendenti con la conseguenza che le 30mila domande presentate in vista dell'apertura hanno sortito appena 140 nuove assunzioni di cui, e non ci sembra un dettaglio secondario, non conosciamo le tipologie contrattuali. A parte questo strano modo di procedere, che ci fa intravvedere dietro un'eventuale crisi futura del punto vendita abruzzese, che non ci auguriamo, un'analoga operazione di spostamento a favore di un megastore ancora da aprire altrove», annota il segretario Uil-Tucs, «anche le nuove selezioni non sembrano all'altezza di un marchio che si vanta di portare avanti politiche socialmente sostenibili. Per esempio, tra i nuovi assunti non c'è uno solo dei 30 lavoratori cassintegrati o in mobilità che hanno perso il posto per la chiusura di Aiazzone a Dragonara, eppure erano maestranze già formate nel settore del mobile. Così come», fa notare Miccoli, «Ikea non sembra aver considerato le liste di mobilità consultabili negli uffici per l'impiego abruzzesi». Miccoli poi chiarisce il possibile equivoco sulla distinzione tra neoassunti locali e dipendenti Ikea in regime di ammortizzatori. «Un sindacato non si sognerebbe nemmeno di distinguere i lavoratori in base alla provenienza. Si vuole qui dire che c'erano soluzioni alternative, per esempio i contratti di solidarietà sottoscritti da Auchan e Mercatone uno di San Giovanni Teatino» .
Francesco Blasi
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