Un malore, poi la caduta nel fiume: così è morto il 46enne De Gregorio
Un’emorragia cerebrale non di natura traumatica la causa del decesso dell’uomo originario di Vasto La salma riconosciuta dai familiari prima dell’autopsia. A ritrovare il corpo era stato un pescatore
LANCIANO. È stata un'emorragia cerebrale a causare la morte del 46enne di Vasto, Raffaele Donato De Gregorio, trovato senza vita domenica pomeriggio nel fiume Sangro, nel territorio di Lanciano. Martedì sera, a due giorni dal tragico ritrovamento, è stata data un'identità a quel corpo senza nome e ieri mattina, all'ospedale clinicizzato di Chieti, è avvenuto il riconoscimento ufficiale da parte dei familiari. In giornata, poi, la salma è stata sottoposta all'esame autoptico, dal quale si attendono tutte le risposte per chiarire i contorni di questa vicenda.
L'AUTOPSIA
Sarebbe stato un malore a stroncare la vita del 46enne, nato ad Atessa e residente a Vasto. Non sembra avere natura traumatica l'emorragia cerebrale che lo ha colto, verosimilmente, mentre si trovava vicino alla sponda del fiume Sangro, zona che l'uomo aveva precedentemente raggiunto in auto. Nel perdere conoscenza, De Gregorio è precipitato nelle acque del corso d'acqua, dove è stato ritrovato alcune ore dopo e probabilmente in un punto più a valle rispetto al punto di caduta. La sua auto è stata infatti ritrovata nel territorio di un paese vicino. La perizia medico legale, affidata dal procuratore Mirvana Di Serio all'anatomopatologo Pietro Falco, è iniziata alle 8.30 di ieri ed è terminata circa quattro ore dopo. Presenti anche i carabinieri. Il corpo presentava una ferita al polpaccio, che è stata esaminata nell'ambito dell'accertamento tecnico irripetibile. Effettuati anche tutti i prelievi necessari ai successivi esami istologici e tossicologici, il cui esito sarà depositato entro 60 giorni.
LE INDAGINI
Le indagini per ricostruire le circostanze che hanno portato al tragico epilogo di domenica scorsa vanno avanti nel più stretto riserbo. Procura e carabinieri di Lanciano, diretti dal maggiore Fabio Vittorini, nei giorni successivi al ritrovamento del cadavere hanno continuato a lavorare per dare prima di tutto un nome e un volto a quel corpo senza identità. Ma nessuna segnalazione o denuncia di scomparsa arrivava nella caserma di via Del Verde. La svolta c'è stata martedì, quando sono stati rintracciati i familiari del 46enne. Il riconoscimento ufficiale è avvenuto ieri mattina nell'obitorio dell'ospedale di Chieti, mettendo fine a un giallo che ha tenuto un intero territorio con il fiato sospeso. De Gregorio abitava con i genitori a Vasto, ma di tanto in tanto era solito allontanarsi e trascorrere delle giornate fuori. Era successo anche la scorsa estate. Per questo nessuno in famiglia si è preoccupato non vedendolo rincasare.
IL RITROVAMENTO
L'allarme è scattato nel pomeriggio di domenica 17 novembre. Intorno alle 16.30 un pescatore amatoriale di Castel Frentano era su una delle sponde del fiume quando ha notato in acqua una parte del corpo incastrata tra due massi, non molto lontano dal “Ponte nuovo” sul Sangro. Allertato il 112, sul posto sono arrivate pattuglie dei carabinieri della compagnia di Lanciano e una squadra dei vigili del fuoco di Casoli. La forte corrente del fiume, dovuta al rilascio di più acqua dalla diga del lago di Bomba, ha spostato il corpo più a valle, in una piccola ansa in mezzo alla vegetazione. Solo in serata, con il livello del fiume più basso e meno pericoloso, grazie alla chiusura delle paratie nella zona dell'Oasi di Serranella e di Selva di Altino per far affluire meno acqua nella zona del ritrovamento, è scattata l'operazione di recupero, conclusa con l'intervento dei fluviali dei vigili del fuoco, arrivati da Chieti.
L'AUTOPSIA
Sarebbe stato un malore a stroncare la vita del 46enne, nato ad Atessa e residente a Vasto. Non sembra avere natura traumatica l'emorragia cerebrale che lo ha colto, verosimilmente, mentre si trovava vicino alla sponda del fiume Sangro, zona che l'uomo aveva precedentemente raggiunto in auto. Nel perdere conoscenza, De Gregorio è precipitato nelle acque del corso d'acqua, dove è stato ritrovato alcune ore dopo e probabilmente in un punto più a valle rispetto al punto di caduta. La sua auto è stata infatti ritrovata nel territorio di un paese vicino. La perizia medico legale, affidata dal procuratore Mirvana Di Serio all'anatomopatologo Pietro Falco, è iniziata alle 8.30 di ieri ed è terminata circa quattro ore dopo. Presenti anche i carabinieri. Il corpo presentava una ferita al polpaccio, che è stata esaminata nell'ambito dell'accertamento tecnico irripetibile. Effettuati anche tutti i prelievi necessari ai successivi esami istologici e tossicologici, il cui esito sarà depositato entro 60 giorni.
LE INDAGINI
Le indagini per ricostruire le circostanze che hanno portato al tragico epilogo di domenica scorsa vanno avanti nel più stretto riserbo. Procura e carabinieri di Lanciano, diretti dal maggiore Fabio Vittorini, nei giorni successivi al ritrovamento del cadavere hanno continuato a lavorare per dare prima di tutto un nome e un volto a quel corpo senza identità. Ma nessuna segnalazione o denuncia di scomparsa arrivava nella caserma di via Del Verde. La svolta c'è stata martedì, quando sono stati rintracciati i familiari del 46enne. Il riconoscimento ufficiale è avvenuto ieri mattina nell'obitorio dell'ospedale di Chieti, mettendo fine a un giallo che ha tenuto un intero territorio con il fiato sospeso. De Gregorio abitava con i genitori a Vasto, ma di tanto in tanto era solito allontanarsi e trascorrere delle giornate fuori. Era successo anche la scorsa estate. Per questo nessuno in famiglia si è preoccupato non vedendolo rincasare.
IL RITROVAMENTO
L'allarme è scattato nel pomeriggio di domenica 17 novembre. Intorno alle 16.30 un pescatore amatoriale di Castel Frentano era su una delle sponde del fiume quando ha notato in acqua una parte del corpo incastrata tra due massi, non molto lontano dal “Ponte nuovo” sul Sangro. Allertato il 112, sul posto sono arrivate pattuglie dei carabinieri della compagnia di Lanciano e una squadra dei vigili del fuoco di Casoli. La forte corrente del fiume, dovuta al rilascio di più acqua dalla diga del lago di Bomba, ha spostato il corpo più a valle, in una piccola ansa in mezzo alla vegetazione. Solo in serata, con il livello del fiume più basso e meno pericoloso, grazie alla chiusura delle paratie nella zona dell'Oasi di Serranella e di Selva di Altino per far affluire meno acqua nella zona del ritrovamento, è scattata l'operazione di recupero, conclusa con l'intervento dei fluviali dei vigili del fuoco, arrivati da Chieti.