Università d'Annunzio, bufera sulle “pagelle” di Del Vecchio

Il dg dell'ateneo di Chieti-Pescara firma le schede sul rendimento degli amministrativi, molti non le ritirano: «Lo denunciammo, non è un giudizio sereno»

CHIETI. Università d'Annunzio senza pace. Si apre infatti un altro capitolo: le pagelle del dg Filippo Del Vecchio attribuite al personale tecnico-amministrativo. Ed è subito polemica. «A consegnarci le schede di valutazione non era nemmeno il capo di quell'ufficio che ha delegato tutto ad un impiegato» racconta Anna Maria Imperio uno dei funzionari dell'ateneo che ha ricevuto l'invito a ritirare il giudizio sul lavoro fatto.

Imperio ha rifiutato la scheda, firmata dal direttore generale Del Vecchio, e non è stata la sola a snobbare il documento che dovrebbe attestare il rendimento avuto sul lavoro dai soggetti interessati, dopo la verifica sul raggiungimento o meno degli obiettivi.

«C'è stata una circolare della stessa direzione che ha reso noto l'iter da seguire per le performance sul lavoro» spiega ancora Imperio «ebbene questa circolare specificava che per formulare il giudizio si sarebbe dovuto prima colloquiare con i lavoratori interessati. Cosa che non è stata fatta». Anche altri rifiuti si sono basati sul mancato confronto.

Ma c'è di più. Come è noto il direttore generale Del Vecchio è stato rinviato a giudizio coatto dal gip del tribunale di Chieti, Redaelli, che aveva respinto la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura della Repubblica per le denunce di una quarantina di dipendenti i quali si erano sentiti diffamati e lesi nei propri diritti dalla pubblicazione di dati relativi ai propri emolumenti. Del Vecchio era stato anche condannato per questa pubblicazione dei dati personali dei dipendenti dal Garante della Privacy. Ora tra i soggetti che hanno ricevuto o stanno per ricevere le schede di valutazione a firma Del Vecchio ci sono anche alcuni dei firmatari di quella denuncia che ora porterà a giudizio il dg. La perplessità che sorge a questo punto è se Del Vecchio, stante il conflitto aperto, poteva dare giudizi ai dipendenti che l'hanno denunciato, oppure se la situazione che si era creata avrebbe dovuto imporgli di astenersi. Facile ipotizzare che ci saranno altre polemiche e ricorsi da parte di chi si sentirà penalizzato dai giudizi espressi nelle schede di valutazione.

Particolare il caso della Imperio che ha già avuto piena ragione dopo un ricorso al giudice del lavoro contro una decisione di Del Vecchio e che è in attesa di un altro pronunciamento del giudice su una denuncia per abuso.

Nelle more di questo contrasto con riflessi giudiziari e penali, c’erano le giuste condizioni di serenità da parte del dg di dare giudizi su questa dipendente e sulle altre che lo hanno trascinato in tribunale con le loro denunce?