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Usura: condanna definitiva per un agente di commercio
Luigi Creati dovrà scontare la pena di un anno e otto mesi ai domiciliari. Da un prestito di 17 mila euro fatto a un imprenditore teramano aveva preteso la restituzione di 42 mila
CHIETI Estorsione e usura. Luigi Creati, agente di commercio di 60 anni, è stato condannato a scontare la pena di un anno e 8 mesi ai domiciliari. L’arresto ieri mattina, in via Renzetti allo Scalo. Ad eseguirlo è stata la Mobile di Chieti su richiesta del giudice del Tribunale di sorveglianza, mentre a firmare l’atto di esecuzione della condanna definitiva è stato il procuratore Pietro Mennini. L’operazione «Soldi vivi» scattò nel 2009. Il prestito elargito da Creati, secondo la ricostruzione degli investigatori, risale al novembre 2008. L’agente di commercio aveva prestato a un imprenditore teramano 17mila euro, somma lievitata, in solo sette mesi, a 42mila euro. Creati, con precedenti specifici, avrebbe più volte sollecitato l’imprenditore alla restituzione dei soldi minacciandolo di mettere all’incasso l’assegno, che gli aveva firmato a garanzia, naturalmente senza alcuna provvista. Con la conseguenza che l’imprenditore sarebbe finito «protestato» e quindi economicamente distrutto. Secondo l’accusa l’agente di commercio avrebbe fatto firmare dal «cliente» ogni volta un assegno di importo superiore al precedente. Ma la vittima riusciva a restituirgli, in contanti, solo gli interessi e mai la sorte capitale, tanto che Creati ogni volta gli avrebbe detto: «Voglio vedere i soldi vivi», espressione che ha dato il nome all’operazione. L’imprenditore, allo stremo, quando si è reso conto che non avrebbe mai potuto restituire il denaro, si è rivolto alla polizia. Da quella denuncia è partita tutta una attività di indagine che ha avuto il culmine nelle intercettazioni telefoniche. Si investigò anche in altre direzioni per valutare se tra i capi d’accusa potesse configurarsi anche quello di truffa. Oltre all’arresto di sei anni fa venne eseguita anche una perquisizione nella casa dell’agente di commercio teatino. Nell’appartamento i poliziotti trovarono «elementi di un certo interesse investigativo» come quadri di valore e oro. La terza sezione anti-usura indagò anche su possibili connivenze di persone vicine all’arrestato difeso dall’avvocato Giuliano Milia. A smascherare i reati di usura e estorsione fu la stessa vittima ridotta sul lastrico a causa degli interessi onerosi pretesi. Giunto allo stremo sotto le pesanti pressioni psicologiche l’uomo decise di raccontare la sua dolorosa storia alla sezione anti-usura della questura di Chieti. Ed è con loro che mise in atto il piano per incastrare il «presta soldi». Come? All'ultimo appuntamento tra l'imprenditore teramano e il Creati si presentarono anche i poliziotti. L’ordinanza di custodia cautelare venne richiesta dalla sostituto procuratore Lucia Anna Campo. Ora la pena è definitiva.