Usura, imprenditore in cella
Prestito di 5mila euro con interessi del 50 per cento.
CHIETI. Bisogno impellente di denaro e difficoltà a reperirlo nei normali circuiti bancari. Sono gli ingredienti classici di una storia di usura che giovedì ha visto il suo epilogo in una centralissima piazza di Chieti. Tutti giovani i protagonisti, a dispetto dell’immagine un po’ sbiadita del «vecchio strozzino». Con l’accusa di usura aggravata e estorsione, è stato arrestato Angelo Giuseppe D’Antona, 28 anni, incensurato, imprenditore agricolo di Ortona. Nei guai anche un altro ortonese di 29 anni, D.C.A., denunciato a piede libero soltanto perché ha avuto l’intuizione di abbandonare la scena all’ultimo atto di una trama di ricatti orchestrata ai danni di un agente immobiliare pescarese, 32 anni, a sua volta alle prese con alcuni pagamenti urgenti da onorare e che, a corto di liquidità, decide nel luglio scorso di rivolgersi proprio a A.D.C, che avrebbe dovuto diventare suo socio.
Il fatto ruota attorno a un prestito di cinquemila euro, per la cui restituzione sono stati chiesti interessi del 50 per cento in venti giorni. La vittima pensava di aver definito lo scambio di denaro con la restituzione dell’intera somma dopo sole due settimane, ma in seguito è stato oggetto di continue minacce, chiamato ad appuntamenti carichi di angoscia nel corso dei quali gli estorsori non esitavano a presentarsi in compagnia da energumeni pronti a menare le mani, se soltanto l’agente immobiliare avesse dato prova di non volersi piegare alla regola dello strozzinaggio. La vittima si è vista chiedere dapprima ulteriori 2500 euro in un mese, quindi l’esborso di altri 4200 euro nei tre mesi successivi. A quel punto, prende coraggio e decide di rivolgersi alla polizia. «Questa volta è andata bene», riassume il capo della squadra mobile di Chieti, Paolo Monnanni, che giovedì ha coordinato le operazioni di adescamento e il successivo arresto di D’Antona.
«E’ andata bene», spiega Monnanni, «perché la vittima ha deciso di informarci subito, dandoci così la possibilità di poter predisporre una contromossa che è andata a segno. E’ per questo che raccomandiamo sempre, a tutti coloro che dovessero trovarsi in condizioni analoghe, di comportarsi allo stesso modo, cioè di segnalare tempestivamente al pool antiusura interforze della prefettura gli episodi di cui si sentono vittime». D’Antona è stato arrestato in piazza Valignani, nel cuore del centro storico teatino, dopo aver ricevuto dalla sua vittima un assegno di 3mila euro; altri 1200 erano per D.C.A. che ieri però non si è presentato all’appuntamento evitando così l’arresto in flagranza di reato che è invece puntualmente scattato per D’Antona. A casa dell’arrestato, durante una perquisizione, la polizia ha trovato gli altri elementi di prova che saranno messi a disposizione dell’autorità giudiziaria: due assegni per 10mila euro complessivi e una cambiale di 3mila che la vittima aveva dato a garanzia del prestito.
Il fatto ruota attorno a un prestito di cinquemila euro, per la cui restituzione sono stati chiesti interessi del 50 per cento in venti giorni. La vittima pensava di aver definito lo scambio di denaro con la restituzione dell’intera somma dopo sole due settimane, ma in seguito è stato oggetto di continue minacce, chiamato ad appuntamenti carichi di angoscia nel corso dei quali gli estorsori non esitavano a presentarsi in compagnia da energumeni pronti a menare le mani, se soltanto l’agente immobiliare avesse dato prova di non volersi piegare alla regola dello strozzinaggio. La vittima si è vista chiedere dapprima ulteriori 2500 euro in un mese, quindi l’esborso di altri 4200 euro nei tre mesi successivi. A quel punto, prende coraggio e decide di rivolgersi alla polizia. «Questa volta è andata bene», riassume il capo della squadra mobile di Chieti, Paolo Monnanni, che giovedì ha coordinato le operazioni di adescamento e il successivo arresto di D’Antona.
«E’ andata bene», spiega Monnanni, «perché la vittima ha deciso di informarci subito, dandoci così la possibilità di poter predisporre una contromossa che è andata a segno. E’ per questo che raccomandiamo sempre, a tutti coloro che dovessero trovarsi in condizioni analoghe, di comportarsi allo stesso modo, cioè di segnalare tempestivamente al pool antiusura interforze della prefettura gli episodi di cui si sentono vittime». D’Antona è stato arrestato in piazza Valignani, nel cuore del centro storico teatino, dopo aver ricevuto dalla sua vittima un assegno di 3mila euro; altri 1200 erano per D.C.A. che ieri però non si è presentato all’appuntamento evitando così l’arresto in flagranza di reato che è invece puntualmente scattato per D’Antona. A casa dell’arrestato, durante una perquisizione, la polizia ha trovato gli altri elementi di prova che saranno messi a disposizione dell’autorità giudiziaria: due assegni per 10mila euro complessivi e una cambiale di 3mila che la vittima aveva dato a garanzia del prestito.