Vasto, i cani cercarono Eleonora tre volte sotto il viadotto

Il corpo che apparterrebbe alla maestra scomparsa è stato trovato in una zona ben battuta dalle unità cinofile addestrate: ecco le immagini che lo testimoniano

VASTO. Per sapere se il corpo trovato sotto il viadotto Prascovia sia davvero di Eleonora Gizzi, 34 anni, l'educatrice scomparsa dal 28 marzo scorso, è necessario attendere ancora 72 ore. Gli indizi che portano a pensare che quei poveri resti appartengano alla maestra sparita da 5 mesi, sono però tanti. Al termine dell'autopsia la salma, su ordine del procuratore Giuseppe Bellelli è stata riportata all'obitorio del San Pio. Aspettando la soluzione di quello che i media hanno ribattezzato "il giallo di Vasto" crescono le polemiche attorno alle ricerche. La città è spaccata in due: da un lato chi ritiene che le ricerche siano state lacunose , dall'altro chi è convinto che Eleonora sia stata brava a non farsi trovare. All'imbrunire si rifugiava sotto il ponte e di giorno si spostava. Del resto vicino al viadotto di via Salce la polizia e i volontari della protezione civile ci sono passati. Più di una volta. Il Centro ha documentato una battuta fatta il 1 aprile dalle unità cinofili. Luki un bellissimo Labrador nero addestrato dalla protezione civile ha fiutato a lungo i luoghi senza trovare nulla. I resti umani sono stati scoperti in una zona perlustrata il 4 aprile dalle forze dell'ordine e il 6 aprile dall'alto con un elicottero.

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Il papà di Eleonora, Italo Gizzi, che seguendo le direttive degli inquirenti si è chiuso a riccio e non rilascia dichiarazioni, incalzato dai giornalisti si è lasciato scappare che uno dei motivi che lo ha subito indotto a pensare che quel corpo potesse appartenere alla figlia è stato il luogo. «Quel ponte», ha mormorato Gizzi, confermando quello che ha dichiarato la neurologa che aveva in cura Eleonora. Eleonora amava i ponti e il mare. «Quel ponte», ha detto la dottoressa Mafalda Cipulli. Forse sotto quel ponte Eleonora Gizzi era stata già in passato , magari in compagnia del suo cane, Pimpa. Pimpa, è stato l'ultimo a vedere in vita l'educatrice. Per giorni ha aspettato che la padrona tornasse fermo sul balcone. Chissà se Pimpa fosse stato lasciato libero se si fosse diretto verso via Salce. Magari passando da un varco vicino al parcheggio del centro commerciale Leclerc. In quel punto potrebbe essere passata anche Eleonora. Attraversando la scarpata il rifugio sotto il cavalcavia è vicinissimo. Il tecnico della società autostrade sostiene di avere visto una donna che dormiva sotto quel ponte il 3 e il 10 aprile. Se davvero quella donna era Eleonora è impossibile che sia rimasta per tanto tempo digiuna. È stata aiutata da qualcuno ? Anche questo aspetto è da chiarire. Vicino al corpo è visibile l'impronta di una scarpa.

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La Scientifica sta indagando anche su quella traccia. Tante in questi giorni le testimonianze d'affetto per i genitori di Eleonora. Il telefono squilla in continuazione. Grazia Marinucci e il marito continuano a gestire la tragica e straziante vicenda con enorme dignità e discrezione. Sopportano l'assedio mediatico ma non commentano. Probabilmente non hanno neppure più la forza di farlo. Per cinque lunghi mesi hanno sperato che Eleonora avesse trovato altrove la felicità. Una speranza che il ritrovamento di quel cadavere ha interrotto.

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