Vasto, Italo D'Elisa ucciso con tre colpi di pistola
L'esito dell'autopsia sul ventiduenne morto nell'agguato di via Perth. L'anatomopatologo: «Il giovane attinto al cranio e all'addome, nessun colpo esploso a bruciapelo». Aperta la camera ardente all'obitorio: sulla bara bianca la foto e la tuta della Protezione civile Valtrigno
VASTO. Sono stati tre colpi di pistola ad uccidere Italo D'Elisa, il 22enne morto due giorni fa in via Perth a Vasto (Chieti), ucciso da Fabio Di Lello di 33 anni, marito della donna investita sette mesi prima dal giovane. Questo l'esito dell'autopsia sul corpo del giovane, effettuata questa mattina dall'anatomopatologo Pietro Falco, all'ospedale clinicizzato di Chieti, e durata cinque ore.
«Oggi possiamo dire che sono stati tre i proiettili che hanno colpito il giovane, di cui uno cranico e due addominali, con la morte arrivata per un gravissimo trauma cranio-encefalico oltre che addominale. Una morte rapidissima e su questo non ci sono dubbi. Da quello che ho potuto vedere - ha spiegato il professor Falco - non si evidenziano segni di colpi sparati a bruciapelo e il segno della canna sulla cute e dunque si può escludere una distanza ravvicinata. Il corpo del giovane è stato attinto da tre colpi». Intanto questo pomeriggio è stata aperta la camera ardente all'obitorio dell'ospedale San Pio di Vasto. Italo D'Elisa è stato ricomposto nella bara bianca sulla quale è stata poggiata la divisa della Protezione civile Valtrigno, associazione con la quale collaborava fino alla scorsa estate, quando venne sospeso dopo l'incidente che provocò la morte di Roberta Smargiassi. Italo desiderava fortemente tornare a soccorrere gli altri, e questa sua volontà è stata espressa oggi anche dai familiari che hanno deciso di porre sulla bara la sua foto in divisa. Anche i compagni di squadra lo hanno voluto omaggiare con un cartello "sempre con noi".
La nota dell'Associazione Nazionale Magistrati d'Abruzzo. "La Giunta Distrettuale Anm Abruzzo esprime - oltre che cordoglio nei confronti dei genitori di Roberta Smargiassi e della famiglia di Italo D'Elisa - solidarietà ai colleghi della Procura della Repubblica di Vasto in relazione alle recenti dichiarazioni, provenienti anche da personalità con alte responsabilità istituzionali e sociali, che hanno fatto seguito all’omicidio di Italo D’Elisa. Tali affermazioni suggeriscono l’idea di un delitto maturato anche per la mancanza di risposte rapide da parte della giustizia in relazione al sinistro mortale a seguito del quale perse la vita Roberta Smargiassi, delitto per cui Italo D’Elisa era imputato. Si tratta di affermazioni che, oltre ad essere destituite di ogni fondamento, in quanto le indagini sono state condotte con celerità e nell’assoluto rispetto dei termini processuali, sottendono un concetto di "giustizia" incompatibile con i principi della nostra Costituzione e delegittimano gravemente la giurisdizione, il cui esercizio non è finalizzato a comminare punizioni esemplari e preventive, ma ad irrogare pene adeguate a soggetti che risultino colpevoli di reati all'esito di un processo celebrato con le forme e le garanzie prescritte dalla legge. Una seria risposta giudiziaria richiede, quindi, necessariamente un ponderato e sereno accertamento delle responsabilità e non può essere influenzata da, pur umanamente comprensibili, spinte emotive".