Vasto, morte sospetta in ospedale Indagati due medici del San Pio
Anziano ricoverato per una febbre persistente. Il decesso alla vigilia di Natale. Esposto dei familiari: eseguita l’autopsia e sequestrata la cartella clinica
VASTO. Ricoverato nell’ospedale San Pio a causa di una febbre persistente, è morto poche ore dopo essere stato sottoposto a un esame clinico disposto per accertare l’eventuale presenza di un’infezione cardiaca. Sul decesso di T.E., 73 anni, originario della vallata del Sinello ma da anni residente in città, la Procura di Vasto ha aperto un fascicolo dopo un esposto presentato dai familiari del degente.
È accaduto la vigilia di Natale. A occuparsi del caso è il procuratore capo della Procura del tribunale di Vasto, Francesco Prete. La cartella clinica del pensionato è stata sequestrata e portata via dagli investigatori. Al momento nell’elenco degli indagati compaiono i nomi di due medici. Ma pare si tratti di un atto dovuto in attesa di maggiori elementi. Il magistrato ha affidato all’anatomopatologo Pietro Falco l'autopsia sul pensionato. La perizia è stata eseguita 24 ore dopo il decesso, nonostante i giorni di festa. Subito dopo il feretro è stato riconsegnato ai parenti per i funerali. Il medico legale si è riservato sessanta giorni per fornire agli inquirenti i risultati dell’indagine peritale.
«I familiari dell’anziano vogliono sapere perché il loro caro non c'è più», afferma l’avvocato Carmine Di Risio che con il collega Giovanni Cerella assiste la famiglia del paziente deceduto. «Il pensionato era ricoverato a causa di una febbre fastidiosa. Ma non era in gravi condizioni. Niente faceva immaginare il tragico epilogo», continua l’avvocato Di Risio.
La necessità di individuare le cause della febbre hanno spinto i medici a disporre approfonditi esami e accertamenti per trovare eventuali infezioni. «L’ultimo esame clinico a cui è stato sottoposto l’uomo è stato un accertamento cardiaco. Poi è stato riportato in reparto. Poco dopo ha iniziato a stare male», raccontano alcuni conoscenti del settatatreenne.
I parenti temono ritardi nella fase di soccorso. Non riescono a rassegnarsi a una morte così improvvisa e inaspettata. Per questo hanno chiesto aiuto alla magistratura annunciando la loro costituzione di parte civile in un eventuale processo. Vogliono sapere le cause della morte del degente e se è stato fatto il possibile per salvarlo.
Al San Pio assicurano che l’uomo è stato seguito costantemente e quanto era possibile fare è stato fatto. Gli accertamenti clinici a cui è stato sottoposto sarebbero la prova. La parola a questo punto passa ai periti: saranno loro a dire l’ultima parola sulla triste vicenda.
Paola Calvano
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