I quattro uomini in divisa e le automobili d’epoca fuori dal palazzo della Provincia

CHIETI

Vestiti da fascisti in piazza Vico: è polemica per la rievocazione

Convegno su Matteotti, esplode il caso. Marino e Garofalo (Sinistra Italiana): "In Germania non si ricorda Anna Frank con le divise naziste". Gli organizzatori si difendono: "Era una rivisitazione folkoristica, nessuno voleva fare propaganda"

CHIETI. Due auto d’epoca Fiat Balilla e quattro figuranti, vestiti con il tipico copricapo “fez” e la camicia nera, come i fascisti, fanno scoppiare il caso. Tutto è partito dal convegno organizzato dalla pro loco “Luca Romano” di Chieti in collaborazione con il Movimento Cristiano Lavoratori, che ha preparato diverse iniziative per ricordare il deputato socialista Giacomo Matteotti, ucciso a Roma il 10 giugno 1924 da cinque sicari della “Ceka fascista”, una squadra vicina ai vertici del partito fascista. Tra le iniziative, in attesa del centenario della morte, è stata anche allestita una mostra con foto, manifesti e documenti nell'androne del palazzo della Provincia.

Il convegno in questione si è svolto ieri mattina: erano presenti storici, professori e giornalisti ed è stato anche proiettato il docufilm Rai di Francesco Di Vincenzo sul processo Matteotti. Durante la mattinata, poi, due auto d'epoca, una Ford del 1931 e una Fiat Balilla, con a bordo 4 uomini che indossavano la divisa balilla, sono partite dall'ex carcere di Chieti ripercorrendo una parte del tragitto fatto all'epoca dagli imputati per essere condotti nel palazzo di giustizia, dove da diversi anni l'aula della Corte d'Assise è intitolata proprio a Matteotti. Ma la presenza dei simboli del regime di Mussolini in piazza Vico ha fatto montare il caso in poche ore. «Difficilmente in Germania sarebbero passate sotto silenzio tre persone vestite da SS per ricordare la morte di Anna Frank», attaccano Michele Marino e Gennaro Garofalo, rispettivamente vicesegretario provinciale e segretario cittadino di Sinistra Italiana, «qualcuno ha protestato, o piano piano ci siamo abituati a ridere anche della dittatura fascista?".

Gli organizzatori dell’iniziativa hanno subito preso le distanze dalla polemica: «Era una semplice rievocazione», ha spiegato Marco Russo, che ha preparato il convegno. "A quell’epoca andavano vestiti così e noi non potevamo mettere gente in tuta per una rievocazione storica".

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