Vitalizio a 55 anni, la Corte dei conti dice no a Desiati
L’ex assessore regionale di An è tra i primi a pagare gli effetti della nuova legge che rinvia al 60esimo anno di età il limite minimo per riscuotere gli emolumenti
VASTO. Resta senza vitalizio Massimo Desiati. La Corte dei conti, alla quale l’ex assessore regionale si era rivolto per avere lumi sull’applicazione della legge regionale che ha elevato l’età minima per riscuotere l’indennità mensile, ha fatto chiarezza sulla questione. Desiati potrà percepire il vitalizio a 60 anni e non a 55, contrariamente a tanti altri ex consiglieri regionali che hanno maturato il diritto prima della nuova legge.
È il caso di Luciano Lapenna, che prima di diventare sindaco, è stato a palazzo dell’Emiciclo dal 1995 al 2004, ricoprendo anche la carica di presidente della quarta commissione consiliare Industria e Artigianato.
«È giusto», commenta sportivamente Desiati, oggi consigliere comunale di Progetto per Vasto oltre che vice coordinatore regionale di Grande Sud, «d'altronde, le attese di vita si sono allungate e non ritengo in ogni caso opportuno godere di un regime pensionistico a un’età in cui è possibile esprimere la propria attività in politica così come in qualsiasi altro impegno lavorativo». Se non fosse subentrata la nuova normativa, l’ex assessore regionale avrebbe percepito, allo scoccare dei 55 anni, 2.200 euro al mese, un vitalizio derivante dai versamenti obbligatori, somme che venivano trattenute dall’appannaggio mensile. Desiati ha svolto due mandati in Regione. È stato consigliere regionale in quota ad Alleanza nazionale, dal 1995 al 2000, poi assessore regionale con importanti deleghe dal 2000 al 2005. Ha quindi maturato il diritto al vitalizio (che altri si sono visti corrispondere soltanto dopo mezzo mandato), ma dovrà attendere altri quattro anni prima di riscuotere gli emolumenti, sempre che l’età minima non venga ulteriormente elevata a 66 anni.
«Potrei ricorrere in secondo grado, ma non ne ho alcuna intenzione», si affretta a chiarire Desiati, «mi sono rivolto alla Corte dei Conti per fare chiarezza sulla questione, primo caso a livello nazionale, non al Tribunale civile. Per ottenere risposta l'unico mezzo possibile era il ricorso all’organismo competente in materia di controllo sulla spesa pubblica. La Corte dei Conti ha dato una risposta favorevole all'applicabilità della nuova norma anche per gli ex consiglieri e chiarezza è stata così fatta».
Anna Bontempo
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