Voto di scambio, Prospero e Soria a giudizio
L'accusa: il consigliere regionale e l'ex assessore comunale promettevano favori agli elettori
VASTO. Avrebbero esercitato pressioni su alcuni elettori promettendo favori in cambio di voti. L'attuale consigliere regionale di Rialzati Abruzzo, Antonio Prospero e l'ex assessore comunale alla polizia municipale, in quota Udc, Nicola Soria, sono stati rinviati a giudizio per concussione e violazione della legge elettorale. I fatti si riferiscono alle elezioni amministrative del 2005. Secondo la Procura i due politici avrebbero annullato multe, concesso autorizzazioni di suolo pubblico, licenze commerciali e promesso posti di lavoro in cambio di voti.
Accuse che i legali, Giovanni Cerella e Arnaldo Tascione, definiscono insussistenti. Il processo inizierà il 6 marzo 2012. In realtà è la seconda volta che i due politici vengono rinviati a giudizio con le stesse accuse. Il primo processo sarebbe dovuto iniziare l'11 novembre 2010. La trasposizione di nomi e lo scambio di imputazioni tra gli indagati, sul decreto di citazione in giudizio, ha determinato l'annullamento del procedimento da parte del precedente collegio, presieduto da Antonio Sabusco. Il 16 novenbre 2010 l'udienza venne rinviata al 29 novembre per verificare l'errore. Il 30 novembre il procedimento è stato azzerato e il fascicolo è tornato davanti al gup. E ieri il giudice delle udienze preliminari ha confermato quanto già stabilito un anno fa dai suoi colleghi: gli imputati devono essere giudicati dal tribunale in seduta collegiale. I legali annunciano battaglia. Per gli avvocati Tascione e Cerella, i reati contestati non sarebbero mai stati commessi.
Rinviati a giudizio con i due politici anche un vigile urbano, Alberto Marrone, per alcune multe annullate e l'ex assessore comunale di Fi, Rossana Porcelli. All'inizio la vicenda giudiziaria contava undici indagati: politici, assessori, dirigenti e dipendenti comunali e qualche cittadino. Per molti di loro è stato dichiarato il non luogo a procedere. Il fascicolo è andato avanti solo per quattro indagati. Per Prospero e Soria il gup Laura D'Arcangelo, due anni fa, ha dichiarato il non luogo a procedere per altri reati contestati. I due politici nel 2005 ricoprivano rispettivamente la carica di assessore regionale della giunta Pace e assessore comunale alla polizia municipale dell'amministrazione guidata dal sindaco Filippo Pietrocola. Entrambi erano in quota Udc. Le accuse a loro carico si basano su intercettazioni telefoniche. Il fascicolo venne aperto in maniera fortuita dopo un fatto di cronaca avvenuto in città.
Nel compiere le indagini la Procura decise di ricorrere alle intercettazioni telefoniche. Alcune dichiarazioni e frasi misero nei guai i due. Sia Prospero che Soria hanno sempre parlato di equivoco, rigettando con determinazione le contestazioni. I legali vanno oltre e assicurano che dalle intercettazioni non emerge alcuna violazione della legge elettorale. Il 6 marzo quindi nell'aula del palazzo di giustizia Tascione e Cerella si preparano a contestare punto per punto le accuse. I due indagati in diverse occasioni si sono dichiarati amareggiati ma anche certi di poter dimostrare la propria estranità ai fatti contestati.
Accuse che i legali, Giovanni Cerella e Arnaldo Tascione, definiscono insussistenti. Il processo inizierà il 6 marzo 2012. In realtà è la seconda volta che i due politici vengono rinviati a giudizio con le stesse accuse. Il primo processo sarebbe dovuto iniziare l'11 novembre 2010. La trasposizione di nomi e lo scambio di imputazioni tra gli indagati, sul decreto di citazione in giudizio, ha determinato l'annullamento del procedimento da parte del precedente collegio, presieduto da Antonio Sabusco. Il 16 novenbre 2010 l'udienza venne rinviata al 29 novembre per verificare l'errore. Il 30 novembre il procedimento è stato azzerato e il fascicolo è tornato davanti al gup. E ieri il giudice delle udienze preliminari ha confermato quanto già stabilito un anno fa dai suoi colleghi: gli imputati devono essere giudicati dal tribunale in seduta collegiale. I legali annunciano battaglia. Per gli avvocati Tascione e Cerella, i reati contestati non sarebbero mai stati commessi.
Rinviati a giudizio con i due politici anche un vigile urbano, Alberto Marrone, per alcune multe annullate e l'ex assessore comunale di Fi, Rossana Porcelli. All'inizio la vicenda giudiziaria contava undici indagati: politici, assessori, dirigenti e dipendenti comunali e qualche cittadino. Per molti di loro è stato dichiarato il non luogo a procedere. Il fascicolo è andato avanti solo per quattro indagati. Per Prospero e Soria il gup Laura D'Arcangelo, due anni fa, ha dichiarato il non luogo a procedere per altri reati contestati. I due politici nel 2005 ricoprivano rispettivamente la carica di assessore regionale della giunta Pace e assessore comunale alla polizia municipale dell'amministrazione guidata dal sindaco Filippo Pietrocola. Entrambi erano in quota Udc. Le accuse a loro carico si basano su intercettazioni telefoniche. Il fascicolo venne aperto in maniera fortuita dopo un fatto di cronaca avvenuto in città.
Nel compiere le indagini la Procura decise di ricorrere alle intercettazioni telefoniche. Alcune dichiarazioni e frasi misero nei guai i due. Sia Prospero che Soria hanno sempre parlato di equivoco, rigettando con determinazione le contestazioni. I legali vanno oltre e assicurano che dalle intercettazioni non emerge alcuna violazione della legge elettorale. Il 6 marzo quindi nell'aula del palazzo di giustizia Tascione e Cerella si preparano a contestare punto per punto le accuse. I due indagati in diverse occasioni si sono dichiarati amareggiati ma anche certi di poter dimostrare la propria estranità ai fatti contestati.
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