Comunicato Stampa: Presentazione “L’Opera poetica di Giacomo Zanella”

(Arv) Venezia 13 nov. 2024 - “So bene che a molti Giacomo Zanella appare essere un poeta irrimediabilmente datato: di ben altro parere furono tuttavia i suoi allievi più capaci da Fedele Lampertico a Luigi Luzzati, da Antonio Fogazzaro a Vittoria Aganoor o Giuseppe Fraccaroli, per citare i più noti, autentici spiriti illustri che hanno segnato la storia politica ed economica non solo di Vicenza o del Veneto ma dell’Italia sabauda, dell’Europa e della storia della letteratura italiana sul finire dell’Ottocento”.

Queste le parole con cui il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti ha aperto oggi, a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale, la conferenza stampa di presentazione de “L’Opera poetica di Giacomo Zanella”. “La grandezza di Zanella risiede nella sua abilità di educatore, del suo essere autenticamente maestro, ma anche nella straordinaria capacità di conciliare, in anni di dure contrapposizioni, fede cattolica e progresso scientifico, temi apparentemente contrastanti che nella sua poesia trovano invece una sintesi armoniosa. La sua opera più emblematica, "La conchiglia fossile", è proprio un esempio magistrale di questa fusione: un fossile diventa pretesto per una profonda riflessione sul rapporto tra creazione divina ed evoluzione naturale. Zanella utilizza, come farà Pascoli o in anni più prossimi a noi Pasolini, forme metriche classiche per affrontare temi modernissimi: il progresso tecnologico, le scoperte scientifiche, i cambiamenti sociali, economici e geopolitici che stavano mutando l’orizzonte europeo”, ha affermato il Presidente. “Ciò che tuttavia lo rende davvero speciale è la sua capacità di mantenere uno sguardo sereno e costruttivo sul progresso, senza mai rinnegare la sua fede né chiudersi alle novità del suo tempo. E qui voglio sottolineare un dato importantissimo: la sua scelta di libertà, anche davanti all’oppressione straniera, perché non dimentichiamo mai che la sua poesia, la scelta della lingua e l’apparente semplicità dei temi scelti, in realtà rispecchiano il bisogno della difesa dell’identità locale, i suoi valori, le sue tradizioni in garbata ma ferma polemica con l’occupante austriaco. In questo l’abate Zanella è veramente espressione del contesto vicentino, della città ma anche di centri minori come la natìa Chiampo e Monticello Conte Otto, un contesto straordinario spesso trascurato, perché noi dimentichiamo che Vicenza fu la città, dopo Venezia, ad opporre la più lunga e strenua resistenza agli austriaci nell’insurrezione del 1848, ben tre mesi di resistenza contro uno dei più potenti eserciti dell’epoca. Zanella rappresenta una figura emblematica della poesia e della vita italiana dell'Ottocento, un poeta capace di coniugare fede e ragione, tradizione e modernità, l’impegno di libertà, l’innovazione con la difesa della consuetudine. La sua vita e la sua opera ci offrono un esempio di impegno culturale e umano, una testimonianza preziosa del nostro patrimonio non solo letterario e fanno di Zanella un poeta militante, non diversamente da altri grandi della letteratura italiana che compresero il ruolo di Maestro che spetta non solo al docente ma anche a chi, dall’alto della propria poesia vede lontano. Al Gruppo Culturale Giacomo Zanella e soprattutto a Mario Bardin va il mio ringraziamento per averci dato l’occasione di riflettere su tutto ciò e altro ancora, spronandoci a ripercorrere la Vicenza dell’Ottocento, le sue contrade e i suoi paesi, magari rileggendo le poesie di Giacomo Zanella, autentico cantore di un “piccolo mondo antico” che non è perso nel tempo ma ancora vivo e capace di parlarci grazie ai suoi versi”, ha concluso il Presidente.

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