Addio Jerry Lewis, leggenda della risata
I primi sketch, l’incontro con Dean Martin, la regia. Le nozze con l’abruzzese Pasqualina (oggi 97enne) e le visite a Paganica
Il Picchiatello diceva che «bisogna essere matti per fare il comico», e lui aveva iniziato a 5 anni quando si era accorto che la gente rideva alle sue battute. Ma Jerry Lewis, uno dei comici più rivoluzionari del dopoguerra, era nonostante tutto diventato un monumento e i suoi 90 anni, giusto il 16 marzo 2016, erano stati celebrati con una retrospettiva al MoMa di New York e una reunion con Martin Scorsese al Museum the Moving Image. Ora, dopo una morte varie volte annunciata come una fake news, Hollywood Reporter e Variety annunciano che Jerry Lewis, con all'attivo una quarantina di film come attore, una decina da regista, tanta tv, è scomparso davvero, a Las Vegas a 91 anni, per cause naturali.
Lewis nacque il 16 marzo del 1926 a Newark, periferia delle Grande Mela da genitori attori di vaudeville, russi di origine ebraica:, abbandonò la scuola, quando fu espulso dal collegio per aver picchiato un insegnante che parlava male degli ebrei. Erano gli anni che precedevano la seconda guerra mondiale, che evitò grazie a un'otite che gli aveva perforato il timpano. Fu uno dei tanti lavoretti occasionali di quegli anni a lanciarlo nel mondo dello spettacolo. Iniziò come maschera in un cine-teatro di Brooklyn e i suoi sketch fra il primo e secondo tempo furono notati. Nel 1944 Lewis sposò la paganichese Pasqualina Calonico, in arte Patti Palmer (oggi 97enne), che vive in una clinica per anziani a Los Angeles. Figlia di Maria Rotellini e Antonio Calonico, minatore nel Wyoming, Pasqualina ebbe da questa unione sei figli, uno dei quali adottato. I due si conobbero al Downtown Theatre di Detroit dove Patti si esibiva come musicista e cantante. Nel 1980, dopo 36 anni di matrimonio, i due divorziarono. Il legame di Lewis con la frazione aquilana è stato raccontato dallo storico locale Raffaele Alloggia, autore di un volume Patti Palmer e Jerry Lewis, due stelle a Paganica (Infomedia Group). Nel 1953 la coppia visitò Paganica, per incontrare i numerosi parenti (vedi foto).
La sua prima tournèe risale proprio al 1944 e due anni dopo nasce il sodalizio con Dino Crocetti, italo-americano di origini montesilvanesi che sarà Dean Martin. Il successo del duo fu immediato, da una parte il fascino di Martin, dall'altra la comicità sgraziata di Lewis. Insieme girarono 16 film. Fu nel ’56 che il sodalizio si ruppe e dopo un periodo meno brillante, per Lewis iniziò la carriera di total-filmaker: del 1960 il suo primo film da attore e regista: Un ragazzo tutto fare. Poi vennero L'idolo delle donne e Il mattatore di Hollywood (961), Jerry 8 (1964) e il suo acclamato capolavoro, Le folli notti del dottor Jerryll (1963). Inventò anche una tecnica di lavoro sul set: tutti i suoi sketch erano improvvisati e Lewis-regista aveva bisogno di controllare immediatamente il lavoro fatto, così portò sul set la tecnica del video assist, che utilizzava monitor per vedere il girato in tempo reale. La tecnica è ancora oggi usata sul set. Osannato nei Cahiers du Cinèma, Lewis nel 1970 diresse Scusi, dov'è il fronte?, che ottenne un clamoroso successo in Francia, ma che venne snobbato in patria, determinandone la parabola discendente. Nonostante i guai fisici, ha vissuto gli ultimi anni da arzillo vecchietto. A Las Vegas, dove viveva con la seconda moglie, ha tenuto fino all'ultimo spettacoli e seminari sul buonumore. Vincitore di Golden Globe, Bafta e del Leone d'oro alla carriera a Venezia nel 1999, Lewis nel 2009 ha ottenuto dall'Academy il Jean Hersholt Humanitarian Award ma nessun Oscar. Criticato dalle associazioni dei disabili per le sue parodie degli affetti da distrofia muscolare, fece anche scalpore in televisione per i suoi epiteti contro i gay. Una volta si scagliò contro le donne comiche che - disse - vedeva solo come «macchine sforna bambini». Non tutti ridono alle battute di Lewis, ma la migliore recensione del lavoro del comico newyorkese è stata scritta dal collega Dice Clay: «Non è il ridere il punto. Il punto è la commedia».
Giuseppe Ruzzo