Arriva il Gladiatore 2 tra scimmie feroci e squali nel Colosseo
Ridley Scott dirige il sequel del successo con Russel Crowe Deriva fantasy con rinoceronti cavalcati dai gladiatori
C'erano una volta i peplum, vero carburante delle sale parrocchiali, dove venivi spesso portato da genitori e nonni fieri di farti divertire e allo stesso tempo imparare (si fa per dire) la storia. Tra i titoli c'erano: “Orazi contro Curiazi”, “Ercole contro Maciste”, “Ursus”, ma in fascia alta trovavi anche “Ben Hur” e “Quo Vadis”, mentre le colonne sonore erano tutte nel segno di Respighi e al ritmo ossessivo dei tamburi delle galere. “Il Gladiatore 2” di Ridley Scott, non molto amato dalla critica, ma dalle grandi potenzialità al box office e in sala da ieri con la Eagle Pictures, fa pensare a questo genere che puntava molto su battaglie, costumi e muscoli e poco su cast, dialoghi e fedeltà storica. Nel caso di questo sequel, rispetto all'originale c'è una deriva fantasy, scimmie feroci dalla lunghe zanne, squali tigre dentro il Colosseo mentre è in corso una battaglia navale e, infine, rinoceronti cavalcati da gladiatori. Ma va detto che l'incanto resta, anche se dal sapore un po’ digitale, verso la suggestiva ricostruzione della città di Roma e delle sue navi. Bellissimo ad esempio, a inizio film, l'assedio della flotta a una città della Numidia e soprattutto molto puntuali le tecniche militari dei soldati romani rappresentate da Scott. Così sintetizza le critiche al film il sito aggregatore “Rotten Tomatoes”: «Facendo solo eco al suo predecessore è un action eclettico che trae gran parte della sua bellezza nella performance di Denzel Washington». La pensa così anche Variety che parla di «popcorn neoclassico, con Denzel Washington al comando come cattivo, ma che alla fine resta solo un'ombra di Il Gladiatore originale». Denzel Washington ha detto anche alla rivista di lifestyle gay Gayety, che un bacio gay è stato tagliato dall'edizione finale del film, di «aver baciato un uomo sulla bocca e mi sa che non erano pronti per questo. Poi l'ho ucciso cinque minuti più tardi. Questo è Gladiator. Era il bacio della morte». Un altro bacio tra uomini (ma sulla fronte) tagliato è stato quello tra il Lucio, il personaggio di Mescal, e il generale Marcus Acacius interpretato da Pedro Pascal: «Provavamo la scena del mio combattimento contro Pedro e mi è venuta l'idea di baciarlo sulla fronte alla fine», ha detto il 28enne attore irlandese a Entertainment Weekly: «Ho chiesto a Scott se gli era piaciuto e lui mi ha risposto: “Mi sa di sì”». Il bacio però non è stato incluso nel final cut del film. Questa la storia. Vent'anni dopo la morte nell'arena di Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe), la città eterna è governata da due crudeli imperatori, i fratelli Geta e Caracalla. Lucio Vero (Paul Mescal), figlio di Lucilla (Connie Nielsen), e nipote dell'imperatore assassinato Marco Aurelio, vive con moglie e figlio in una città costiera della Numidia. Quando i soldati romani di Marco Acacio (Pedro Pascal) conquistano la Numidia riportano Lucio Vero a Roma come schiavo dove diventa un grande gladiatore di nome Annone. E questo sotto la guida feroce di Macrinus (Denzel Washington). Ma Lucio Vero ha una sola mission: uccidere Marco Acacio che a sua volta ha ucciso la sua amata moglie. Intanto Lucilla, sua madre, lo riconosce nell'arena, ma Annone, oltre al coraggio, ha il cuore pieno di rabbia e sarà lui alla fine a liberare Roma dai due crudeli imperatori e a riportarla al suo popolo. Tra le scene più suggestive e contestate de Il gladiatore 2 quella del Colosseo riempito d'acqua per combattere una battaglia navale con tanto di squali. Ma da Ridley Scott arriva subito una replica alle molte critiche: «Vi sbagliate di grosso», dice, «il Colosseo è stato davvero riempito d'acqua, e ci sono state battaglie navali... Se puoi costruire un Colosseo, puoi riempirlo anche di dannata acqua. State scherzando? E si può anche portare qualche squalo in una rete dal mare. È ovvio che potevano farlo!» E c'è chi dice che Ridley Scott abbia proprio ragione. La prima naumachia venne organizzata infatti da Giulio Cesare a Roma nel 46 a.C., ma avvenne in un ampio bacino vicino al Tevere, nel Campo Marzio, con vere biremi, triremi e quadriremi, 2.000 combattenti e 4.000 rematori. Successivamente poi ci furono naumachie anche nelle arene e negli anfiteatri, incluso il Colosseo (come dice Marziale nella naumachia di Tito). La verità storica è così salva.