Miriam Lee Masciarelli e l'artista Francesco Simeti davanti all'opera Combriccola al Castello

ABRUZZO

C'è Combriccola nel Castello di Semivicoli

L'opera di Francesco Simeti arricchisce l'Art Project di Masciarelli Tenute Agricole: "Esorta a un’azione collettiva per la salvaguardia dell’ambiente". E il palazzo baronale diventa sempre più mèta d'arte

CASACANDITELLA. Vino, arte, storia. E' il connubio che Masciarelli Tenute Agricole porta avanti nel castello seicentesco di Semivicoli (XVII sec.), totalmente restaurato mantenendo caratteri architettonici e segni del tempo, con il progetto nato con l'obbietivo di esprimere i valori sui quali è cresciuta la cantina a livello internazionale.

"La conoscenza del prodotto e della sua storia è essenziale in questo lavoro", ripete Miriam Lee Masciarelli, che insieme alla madre Marina Cvetic ha preso le redini del lavoro partito dalla base gettata da papà e marito Gianni, il visionario del vino, colui che ha avuto la lungimiranza di vedere ciò che sembrava impossibile: fare di questa parte dell'Abruzzo un'area vitivinicola di qualità. E il palazzo baronale, che pure durante la guerra è stato prima occupato dai nazisti, poi ospedale da campo e salvato dai bombardamenti solo perché sul tetto c'era una grande croce rossa, domina e sorveglia dall'alto il prodotto di questa sinergia di valori. Al punto di diventare una meta d'arte e ospitalità, ancora di più ora che si è aggiunta la quarta opera di Art Project, progetto nato con la volontà di invitare artisti che possano poi raccontare e arricchire il poliedrico universo della casa vinicola.

A Semivicoli adesso c'è la "Combriccola al Castello", realizzata dall'artista palermitano Francesco Simeti sull'onda di emozioni e sensazioni raccolte nella sua permanenza. Un arazzo lirico che celebra la ricchezza di flora, fauna e che riflette sulla biodiversità. C'è il lupo appenninico, simbolo di libertà e resilienza, c'è l’orso marsicano, emblema di forza e maestosità, c'è il cinghiale (piccolo) e poi vi è raffigurata una serie di piante autoctone, tra cui l’antico ulivo e la stella alpina, che tesse una narrazione visiva radicata nel luogo che l’ha ispirata. Altri riferimenti simbolici invitano a una riflessione sul cambiamento climatico e sulle sue implicazioni per gli ecosistemi locali. 

"Combriccola al Castello" si aggiunge alle opere delle precedenti edizioni del Masciarelli Art Project, come le creazioni di Job Smeets, Marcantonio e Agostino Iacurci. E' ora illuminata lungo le scale e rientra nei canoni dell'artista che usa forme esteticamente poetiche.

Racconta direttamente Francesco Simeti: "E' una metafora del disordine ecologico e della dislocazione causati dalle attività umane, esorta a un’azione collettiva per la salvaguardia dell’ambiente. L’opera agisce come un ponte tra passato, presente e futuro, e vuole essere un invito a una meditazione sulle responsabilità che abbiamo nei confronti della terra che ci ospita e delle generazioni future”. 

Miriam Lee Masciarelli aggiunge e interpreta: “Da sempre cerchiamo di portare nel mondo la bellezza di questa regione e, attraverso il linguaggio della creatività, mettiamo ora in luce quella convivialità e quell’amore per la terra che è al centro della nostra visione. Combriccola al castello restituisce una narrazione inedita, lirica e delicata della nostra storia".

La combriccola, questa volta intesa come gruppo di persone che si riuniscono per passare momenti di allegria, si è materializzata di fatto nella serata che Masciarelli ha voluto offrire ai suoi ospiti con una lunga tavolata tra le vigne sotto al Castello, come si faceva una volta per celebrare i risultati della raccolta e proseguendo anche qui nel solco della tradizione.

Con una bottiglia in più. Quella del Villa Gemma Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva 2019, uno dei vini Masciarelli più celebri e apprezzati, con la speciale etichetta in limited edition disegnata sempre da Francesco Simeti su fondo dorato. Un'etichetta che evoca il variegato paesaggio abruzzese in continuità con Combricola al Castello, l'opera "site specific". A conferma di quanto sia profondo il legame del vino con l'arte. E con la storia.

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