I tre moschettieri–Opera pop di Di Tonno eroe spadaccino 

Presentato a Roma il musical dal romanzo di Dumas, a Pescara il 14 e 15 gennaio Il “cantattore” abruzzese ha scritto le musiche e con De Maria gli arrangiamenti

PESCARA. Un’amicizia invincibile e incorruttibile, scandita dall’indimenticabile motto «Tutti per uno, uno per tutti!». Una storia senza tempo, quella narrata dallo scrittore francese Alexandre Dumas, “I tre moschettieri”, romanzo d’appendice scritto con la collaborazione di Auguste Maquet nel 1844 e pubblicato originariamente a puntate sul giornale Le Siècle per diventare uno dei romanzi più famosi e tradotti della letteratura francese, dando inizio a una trilogia, che comprende “Vent’anni dopo” (1845) e “Il visconte di Bragelonne” (1850). Un’avventura di cappa e spada che sta per rivivere nei teatri di tutta Italia in una veste inedita. Debutterà il 2 novembre – data zero di Isernia – “I Tre Moschettieri – Opera Pop”, con protagonisti il “cantattore” pescarese Giò Di Tonno (nel ruolo di Athos), Graziano Galatone (Aramis) e Vittorio Matteucci (Porthos).
Il musical è stato presentato ieri all’Accademia di Danza Peparini di Roma e farà tappa al teatro Massimo di Pescara, il 14 e il 15 gennaio (organizzazione Best Eventi). Un’amicizia di lungo corso anche quella tra Di Tonno, Galatone e Matteucci, nata con il musical “Notre-Dame de Paris”. La versione musicale italiana del classico di Dumas è prodotta da Stefano Francioni e dal Teatro Stabile d’Abruzzo. La direzione artistica e la regia sono di Giuliano Peparini, le coreografie di Veronica Peparini e Andreas Müller. Nella squadra il maestro d’armi Renzo Musumeci Greco, al quale è stata affidata la preparazione di duelli e duellanti. Nel cast anche: Sea John (D’Artagnan), Leonardo Di Minno (Rochefort), Cristian Mini (Richelieu), Camilla Rinaldi (Milady), Beatrice Blaskovic (Costanza), Roberto Rossetti (Dumas), Gabriele Beddoni (Planchet). I performers sono i ragazzi della Peparini Academy Special Class. I testi sono stati scritti dal pescarese Alessandro Di Zio, le musiche composte da Giò Di Tonno, suoi gli arrangiamenti insieme a di Giancarlo De Maria, che ha curato inoltre le orchestrazioni.
Il sipario si apre su una fabbrica di scatoloni, in cui un lavoratore scorge e apre un libro dimenticato, o forse, abbandonato volontariamente. Incuriosito, inizia a leggere, appassionandosi alla storia. D’un tratto, il pubblico viene catapultato nella Parigi dell’800: il racconto comincia a prendere forma davanti agli occhi degli spettatori. «Se devo affrontare un argomento storico o mettere in scena la vita di personaggi la cui azione si svolge in un’epoca passata, penso sempre a come farla risuonare nella nostra epoca e a come potrebbe raggiungere il pubblico di oggi» spiega Giuliano Peparini. «È il caso di Alexandre Dumas, autore e romanziere la cui forza supera il passare del tempo. L’amicizia, le differenze tra classi sociali, l’onore, la vendetta, i segreti e la seduzione sono al centro del romanzo e sono temi ancora attuali». I personaggi creati da Dumas lo colpiscono soprattutto per «il loro modo di crescere e di evolvere continuamente di fronte agli eventi che affrontano. In particolare, un giovane come D’Artagnan che cerca di trovare la sua identità e un posto nel mondo, è di grande attualità per i nostri giovani». “I Tre Moschettieri ” nasce da un’idea che accarezzava Giò Di Tonno da tempo. Era il 2010 e l’artista era impegnato nel tour de “I Promessi Sposi”, in cui ricopriva il ruolo di Don Rodrigo. A lanciarla, ha raccontato lo stesso Di Tonno in una recente intervista al Centro, fu proprio il maestro d’armi Renzo Musumeci Greco: «Io, Graziano e Vittorio, che lavoravamo insieme nel musical – Graziano era Renzo, Vittorio l’Innominato –, stavamo giocando con le spade dietro le quinte; vedendoci, mi disse: “Ma siete i tre moschettieri! Perché non ci pensate?”. Questa cosa ha iniziato a frullarmi in testa. Allora ho coinvolto il mio storico amico Alessandro Di Zio. Dopo il primo momento di fuoco compositivo e creativo, ci siamo un po’ raffreddati a causa di mille cose sopraggiunte. Due anni fa ho ripreso in mano tutto, abbiamolavorato incessantemente e vedrete, sarà una bella sorpresa».