SPETTACOLI
«Io, snob in scena e nella vita cocciuta abruzzese»
Anna Ferzetti a teatro oggi e domani a Teramo con la piéce “Bella Figura” di Yasmina Reza
TERAMO. «Ogni città ha un pubblico, con caratteristiche proprie. C’è quello silenzioso, l’altro spontaneo – magari negli applausi e nella risata – quello più rigoroso, altrove meno “facile”, attento o distaccato. Spettatori che non si concedono e altri che ti abbracciano. Dal palco lo senti, il pubblico, lo respiri. Non sono certo la prima attrice a dirlo, è così. Di volta in volta una scoperta e una diversa sintonia». E questa sera Anna Ferzetti “respirerà” il pubblico della sua terra d’origine e delle vacanze spensierate di bambina, quell’Abruzzo teramano in cui nacque il suo papà, il grande Gabriele Ferzetti, attore magistrale di teatro, cinema e televisione scomparso a 80 anni nel 2015 e originario di Atri.
Anna Ferzetti sarà in scena stasera alle 21 e in doppia replica domani, ore 17 e ore 21, al teatro Comunale di Teramo con “Bella figura”, di Yasmina Reza, insieme ad Anna Foglietta, Paolo Calabresi, David Sebasti e Simona Marchini. La regia della piéce è di Roberto Andò. Ambientato tutto in esterno, è stato definito una «tragedia divertente» dal regista inglese Matthew Warchus. Anche in questo suo ultimo testo, la Reza spinge all’eccesso le contraddizioni e le nevrosi dei personaggi, creando effetti capaci di provocare al contempo un disagio sottile e risate clamorose.
E così la celebre drammaturga, scrittrice, attrice e sceneggiatrice francese lo sintetizza nelle sue note: «Un uomo e una donna, nel parcheggio di un ristorante fuori città. Lei, Andrea, madre single e impiegata è in macchina. Il suo amante, Boris, piccolo imprenditore di verande, sta cercando di convincerla a uscire, malgrado il passo falso che ha appena commesso: farsi scappare che quel ristorante gli è stato consigliato da sua moglie. Bella Figura esplora la notte che segue a quell’errore fatale. Poco dopo, una seconda coppia entra in scena: Eric e Françoise, insieme a Yvonne, la madre di Eric. In breve emerge che sono legati alla prima coppia da un segreto imbarazzante».
Come è il suo personaggio ?
La Reza scrive testi particolari, dice che non ci sono trame ma situazioni, e anche qui è così. Un testo di non detti e nevrosi, di cose che viviamo. Io sono Françoise, ho un compagno, usciamo con la madre di lui con cui lego fino a un certo punto, tra amore e odio. Sono una donna rigida, con le sue regole che, grazie all’incontro con un’altra donna, scopre una specie di libertà, piano piano si apre.
Cosa le piace del suo ruolo?
Ha delle mie caratteristiche: anche io sono precisa come Françoise, ho regole ma non mi imprigionano, non sono borghese mentre lei sì ed è piena di etichette da rispettare e regole infrangibili. Ma ha un cambiamento interiore nel corso della vicenda e questo mi piace molto. Per noi attori il cambiamento in scena è affascinante. Nel corso della tournée ci alterniamo nel ruolo io e Lucia Mascino, ed è bello lavorare – noi così diverse sia fisicamente che a livello di energie – sullo stesso personaggio. Credo sia una fortuna e un’opportunità condividere un ruolo, che sia costruttivo “vedersi” in un’altra attrice.
Nella sua carriera web serie, cinema, teatro, televisione. Dove si sente più a suo agio?
«Non so se ho preferenze, ho la fortuna di fare un lavoro che mi fa entrare nelle vite, di essere qualcos’altro. Mi piace diventare tante donne. Fare l’attore è sperimentare emozioni diverse, anche nella vita lo fai ma è differente. Recitando comprendi, devi, cosa farebbe un altro in una situazione che puoi vivere.
Lei guarda molto gli altri nella quotidianità?
Sono un’osservatrice. Guardo la gente in bus, in coda al supermercato, le persone che parlano, insieme, da sole... Non giudico i comportamenti, mi interessano le movenze, gli atteggiamenti anche fisici di fronte alle situazioni, come si esprimono col corpo imbarazzi, amori, paure... Mi è utile nel lavoro e mi piace. Guardo anche il mio cane, per ore, ogni personaggio per me è associato a un animale, nel caso di Françoise non so ancora decidere l’accostamento...
Avere un padre come Gabriele Ferzetti ha significato immaginarsi attrice sin da bambina?
Invece non ho pensato sempre di fare l’attrice, piuttosto mi è sempre piaciuto il lato artistico della vita. Da quando avevo 15 anni ho viaggiato tanto, ho studiato canto e danza. Impara l’arte e mettila da parte si dice no? E io imparavo. Ho fatto piccole cose con papà: a 14 anni ero in Miss Italia di Dino Risi con lui. A teatro con un testo di Alberto Bassetti, Scandalo, padre e figlia, io e lui. Ero ammaliata a vederlo in scena, avevo 18 anni, lui 80. Ed era di una modernità pazzesca, in ogni cosa che faceva c’era un senso di grande verità. Sì, sui 18 anni mi ci sono messa d’impegno. Quando è morto papà poi ho pensato e riflettuto tanto. Quell’amore per il suo lavoro mi ha ispirato, non so come dire. Era stato il mio maestro e mio padre. Quando i genitori se ne vanno pensi a tante cose.
Lei si chiama Anna come il personaggio Lea Massari nell’Avventura di Antonioni di cui suo padre era protagonista. É un omaggio?
Pensi che mia madre si chiama Claudia, come Monica Vitti nel film. In casa ci ridevamo sempre con papà: hai Claudia e Anna e non te ne liberi, gli ripetevamo!
Insomma era destino che si tuffasse nella recitazione.
Probabilmente. Pensi che non solo papà era di quel monto: mio zio Fausto Ferzetti è stato un famoso agente cinematografico, tra gli altri di Volonté; mio cugino Fabio è un critico cinematografico, mio zio è Pino Caruso. No, non potevo dare il medico...
E poi l’incontro e la solida unione con Pierfrancesco Favino: 2 figlie, una vita lontano dal gossip e in tante a invidiarla...
Siamo due attori e questo ci aiuta nella gestione familiare: ci capiamo e sosteniamo. Ma di lavoro evitiamo di parlare troppo, questo mestiere è già così totalizzante che viviamo i momenti liberi pensando ad altro. Forse anche questo ci tiene uniti.
Ha conservato un legame con l’Abruzzo?
Rivendico origini abruzzesi, siamo di Atri da parte di mio nonno. Ho passato l’infanzia a Tortoreto, Alba Adriatica, Roseto, Montesilvano, dove ho dei parenti. Ho bellissimi ricordi, papà amava quel mare, quei posti e non penso solo perché ci era nato. Io non sono più venuta, soprattutto dopo la sua morte. Ma sento il legame, forte.
Come descriverebbe Anna Ferzetti in tre aggettivi?
Taciturna quando non sono a mio agio, poco diplomatica purtroppo o per fortuna, e cocciuta. Sì, parlavamo di Abruzzo... ho preso dagli abruzzesi: cocciutissima!
©RIPRODUZIONE RISERVATA