L'Abruzzo saluta Carlo Delle Piane morto a 83 anni
L'attore era figlio di una sarto nato a Casoli di Atri: 110 film in 70 anni. Da Giardie e ladri con Totò a "Cicalone" (l'amico di Nando Mericoni di Un americano a Roma) fino ai grandi successi con Pupi Avati. E nel 1990 fu premiato anche al Flaiano
PESCARA. L'Abruzzo lo ricorda con affetto e lui ci tornava volentieri un po' anche per ripercorrere le sue radici visto che il padre sarto, Francesco, era nato a Casoli di Atri. L'attore Carlo Delle Piane è morto a Roma all'età di 83 anni (vi era nato il 2 febbraio 1936).
Aveva da poco festeggiato i 70 di carriera durante i quali aveva lavorato con Sordi, Fabrizi, Totò, De Sica, Gassman e molti altri ancora fino al fortunatissimo decennio con Avati: 110 film nella sua lunga carriera. Nel gennaio 2015 ebbe un'emorragia cerebrale che lo aveva portato fino al coma.
Nel 1990 venne a Pescara per ritirare il Premio Flaiano per la televisione per la migliore interpretazione nel film "Il prato delle volpi". Vinse una Coppa Volpi nel 1986 alla Mostra di Venezia come migliore attore per Regalo di Natale e tre anni prima riconoscimenti importanti erano arrivati per Una Gita Scolastica, entrambi di Avati, il regista che ha fatto di un attore popolare ma comprimario, un vero protagonista, intuendo e valorizzando quelle doti drammatiche che per tutta la prima parte della carriera erano state incomprese. La sua fisicità, con quel setto nasale rotto (un incidente sui campi di calcio da ragazzino), la piccola statura lo avevano naturalmente posto a ruolo di spalla ma il suo talento altrettanto naturale (e autodidatta) lo avevano fatto incontrare con i grandi registi. Mentre andava ancora a scuola fu scelto da De Sica e Duilio Coletti per interpretare il ruolo di Garoffi nel film Cuore nel '46. Nel 1951, sono Steno e Mario Monicelli a volerlo per affiancare Aldo Fabrizi e Totò in Guardie e ladri. Su quel set nascerà una grande amicizia con Fabrizi, che Delle Piane ricorderà sempre negli anni: un carattere molto schietto, non conformista e poi i vari film insieme, a cominciare dalla Famiglia Passaguai e una tourneè teatrale trionfale nel '61 con Rugantino con Nino Manfredi, interpretando Bojetto, il figlio di Mastro Titta. Nel 1954 è la volta di Un americano a Roma, dove interpreta Romolo Pellacchioni detto «Cicalone», l'amico di Nando Mericoni, interpretato da Alberto Sordi. Gira un film dietro l'altro, come accadeva in quegli anni prolifici del cinema italiano, sei - sette film l'anno, soprattutto commedie. Nel '57 è in Un colpo da due miliardi (Sait-on jamais...) di Roger Vadim, nel '72 in Che? di Roman Polanski, tra i film internazionali. Nel 1973 ebbe un incidente automobilistico e rimase in coma per più di un mese. Fu Pupi Avati a richiamarlo al cinema, nel '77, con Tutti defunti... tranne i morti. Da lì un sodalizio arrivato fino al 2004 con La Rivincita di Natale. Nel 1997 interpretò e diresse il suo unico film da regista, Ti amo Maria. Chi salverà le rose? di Cesare Furesi, spin-off del lungometraggio Regalo di Natale di Pupi Avati, girato nel 2017 è il suo ultimo film. Nel 2013 si era sposato con la cantante Anna Crispino.
Geremia Mancini, presidente dell'associazione culturale abruzzese “Ambasciatori della fame", lo ricorda quando nel 2012 ritirò a Montesilvano il "Moschettiere d'Abruzzo - Premio Zimei”: "Fu in quell'occasione che il suo orgoglioso sentirsi abruzzese si manifestò in tutta la sua interezza, volle visitare anche “Casa D’Annunzio” a Pescara. “l’Abruzzo perde un suo grande figlio. Io perdo un amico. Un abbraccio alla cara Anna Crispino sua adorata moglie”.