L’Abruzzo set televisivo per “Il nome della rosa”
Riprese in programma a Roccascalegna, gole di San Martino e Roccamorice per il nuovo adattamento, questa volta per la tv, del romanzo di Umberto Eco
ROCCASCALEGNA. L’Abruzzo delle bellezze architettoniche incastonate in paesaggi mozzafiato torna protagonista sullo schermo. Questa volta non è il cinema, bensì il mondo della fiction a mettere gli occhi su scorci e monumenti che meriterebbero sempre questi livelli di attenzione. E precisamente una fiction targata Rai, che ha l’ambizione di trasformare in serie televisiva “Il nome della rosa”, il capolavoro letterario di Umberto Eco. A fare da sfondo alle vicende ambientate in un monastero benedettino saranno il castello medievale di Roccascalegna, le gole di Fara San Martino e l’eremo di Santo Spirito a Roccamorice.
Il progetto dello sceneggiato era in cantiere da almeno tre anni. Lo stesso Umberto Eco, scomparso nel 2016, aveva avuto modo di supervisionare la sceneggiatura scritta da Andrea Porporati con lo sceneggiatore britannico Nigel Williams. Si tratta del primo adattamento televisivo del bestseller di Eco. La serie “Il nome della rosa” sarà di sei puntate, girate in inglese, e sarà prodotta da Matteo Levi (11 Marzo) e Carlo Degli Esposti (Palomar) in collaborazione con Rai Fiction. Il budget previsto è di 23 milioni di euro, il cast internazionale. Il ruolo di Guglielmo da Baskerville, il monaco-detective interpretato da Sean Connery nel kolossal diretto da Jean-Jacques Annaud nel 1986, è affidato a John Turturro, mentre Rupert Everett sarà il suo antagonista, l’inquisitore Bernardo Gui. Adso da Melk, il novizio con cui Guglielmo inizia ad indagare e che nel film era interpretato da un giovane Christian Slater, nella serie tv avrà il volto del diciottenne attore tedesco Damien Hardung. Alla regia ci sarà Giacomo Battiato.
Le riprese dovrebbero iniziare a gennaio negli studi di Cinecittà e in diverse location italiane. Le prime scene dello sceneggiato, ad esempio, saranno girate in Umbria, nel bel borgo di Bevagna. Ma anche l’Abruzzo farà la sua parte. In questi giorni sono iniziati i girati degli esterni. Una troupe è arrivata nel piccolo borgo di Roccascalegna per filmare il castello abbarbicato sulla roccia. Non è la prima volta per la fortezza medievale, già protagonista del film “Il racconto dei racconti” (Tale of tales, il titolo originale) di Matteo Garrone, grazie al quale ha fatto bella mostra di sé anche al Festival del cinema di Cannes. Adesso il debutto in uno sceneggiato televisivo di livello internazionale. «Quest’altra opportunità farà conoscere ancora di più il nostro castello e il borgo», dice soddisfatto il sindaco Domenico Giangiordano, «è questo il nostro impegno come amministrazione, oltre a quello di creare intorno a questo turismo anche attività lavorative. Speriamo che l’esempio del nostro piccolo borgo possa far capire a chi di dovere che il cinema è una grossa opportunità per il turismo». Concetto ancora tutto da sviluppare se si pensa che dal film Lady Hawke, girato a Rocca Calascio, sono trascorsi 32 anni e da allora poco è cambiato.
Altro scenario incantato offerto dalla Maiella è quello delle gole di San Martino, che si racconta siano state create dalle mani del santo. È l’ingresso di uno dei più lunghi valloni appenninici, quello di Santo Spirito. Le due pareti rocciose in alcuni tratti quasi si sfiorano. Attraversandole si ha l’impressione di essere inghiottiti dalla terra. E prima di attraversare lo stretto varco si incontrano i resti di un monastero rupestre, rimasto a lungo sepolto da una frana e tornato alla luce nell’Ottocento. Della sua storia si sa ancora poco. Si sa che risale all’anno mille e divenne luogo di rifugio e spiritualità per monaci ed eremiti. Scenario che ben si adatta ai misteri raccontati da Eco.
La terza tappa, invece, è in provincia di Pescara, nel comune di Roccamorice. «Siamo stati contattati da una troupe Rai», conferma il sindaco Alessandro D’Ascanio, «che ha già fatto diversi sopralluoghi. Non sono molto prodighi di dettagli, ma da quello che abbiamo potuto capire le riprese sono legate al periodo invernale della narrazione. Saranno girate all’eremo di Santo Spirito e sul versante della Maiella. Per il mio Comune è un’opportunità importante e nuova: finora sono stati girati molti documentari, ma per quanto riguarda cinema e fiction è la prima volta».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il progetto dello sceneggiato era in cantiere da almeno tre anni. Lo stesso Umberto Eco, scomparso nel 2016, aveva avuto modo di supervisionare la sceneggiatura scritta da Andrea Porporati con lo sceneggiatore britannico Nigel Williams. Si tratta del primo adattamento televisivo del bestseller di Eco. La serie “Il nome della rosa” sarà di sei puntate, girate in inglese, e sarà prodotta da Matteo Levi (11 Marzo) e Carlo Degli Esposti (Palomar) in collaborazione con Rai Fiction. Il budget previsto è di 23 milioni di euro, il cast internazionale. Il ruolo di Guglielmo da Baskerville, il monaco-detective interpretato da Sean Connery nel kolossal diretto da Jean-Jacques Annaud nel 1986, è affidato a John Turturro, mentre Rupert Everett sarà il suo antagonista, l’inquisitore Bernardo Gui. Adso da Melk, il novizio con cui Guglielmo inizia ad indagare e che nel film era interpretato da un giovane Christian Slater, nella serie tv avrà il volto del diciottenne attore tedesco Damien Hardung. Alla regia ci sarà Giacomo Battiato.
Le riprese dovrebbero iniziare a gennaio negli studi di Cinecittà e in diverse location italiane. Le prime scene dello sceneggiato, ad esempio, saranno girate in Umbria, nel bel borgo di Bevagna. Ma anche l’Abruzzo farà la sua parte. In questi giorni sono iniziati i girati degli esterni. Una troupe è arrivata nel piccolo borgo di Roccascalegna per filmare il castello abbarbicato sulla roccia. Non è la prima volta per la fortezza medievale, già protagonista del film “Il racconto dei racconti” (Tale of tales, il titolo originale) di Matteo Garrone, grazie al quale ha fatto bella mostra di sé anche al Festival del cinema di Cannes. Adesso il debutto in uno sceneggiato televisivo di livello internazionale. «Quest’altra opportunità farà conoscere ancora di più il nostro castello e il borgo», dice soddisfatto il sindaco Domenico Giangiordano, «è questo il nostro impegno come amministrazione, oltre a quello di creare intorno a questo turismo anche attività lavorative. Speriamo che l’esempio del nostro piccolo borgo possa far capire a chi di dovere che il cinema è una grossa opportunità per il turismo». Concetto ancora tutto da sviluppare se si pensa che dal film Lady Hawke, girato a Rocca Calascio, sono trascorsi 32 anni e da allora poco è cambiato.
Altro scenario incantato offerto dalla Maiella è quello delle gole di San Martino, che si racconta siano state create dalle mani del santo. È l’ingresso di uno dei più lunghi valloni appenninici, quello di Santo Spirito. Le due pareti rocciose in alcuni tratti quasi si sfiorano. Attraversandole si ha l’impressione di essere inghiottiti dalla terra. E prima di attraversare lo stretto varco si incontrano i resti di un monastero rupestre, rimasto a lungo sepolto da una frana e tornato alla luce nell’Ottocento. Della sua storia si sa ancora poco. Si sa che risale all’anno mille e divenne luogo di rifugio e spiritualità per monaci ed eremiti. Scenario che ben si adatta ai misteri raccontati da Eco.
La terza tappa, invece, è in provincia di Pescara, nel comune di Roccamorice. «Siamo stati contattati da una troupe Rai», conferma il sindaco Alessandro D’Ascanio, «che ha già fatto diversi sopralluoghi. Non sono molto prodighi di dettagli, ma da quello che abbiamo potuto capire le riprese sono legate al periodo invernale della narrazione. Saranno girate all’eremo di Santo Spirito e sul versante della Maiella. Per il mio Comune è un’opportunità importante e nuova: finora sono stati girati molti documentari, ma per quanto riguarda cinema e fiction è la prima volta».
©RIPRODUZIONE RISERVATA