L’outsider “Vermiglio” il film scelto dall’Italia per la corsa all’Oscar 

L’opera seconda di Delpero già Leone d’argento a Venezia Tra i protagonisti anche l’attrice pescarese Sara Serraiocco

ROMA. Una piccola storia di amore, legami familiari, tradizioni, «un’omelia montanara» fuori dal tempo, girata con rigore estremo, con attori in gran parte non professionisti, scelti uno ad uno fin nei più piccoli ruoli, il dialetto della Val di Sole senza il quale avrebbe perso la giusta musica. È Vermiglio di Maura Delpero, che dopo aver trionfato a Venezia con il Leone d'argento, raccogliendo i favori pressoché unanimi della giuria, è ora il film designato dall’Italia agli Oscar come miglior film internazionale. Una partita immensa per un piccolo film d'autore duro e puro, ma tutta da giocare: la potenza della storia e la distribuzione americana sono decisivi. Entrerà nella short list il 17 dicembre? Sì, secondo i membri della commissione di selezione riunitisi ieri all'Anica. I giochi, rispetto al favorito della vigilia, Parthenope di Paolo Sorrentino, già premio Oscar nel 2014 per La grande bellezza e nominato nel 2022 con È stata la mano di Dio, sono cambiati la notte dei Leoni del 7 settembre, quando all'indipendente Delpero è andato il secondo premio. Lì Vermiglio ha messo il turbo. Certo, il blasonato Parthenope ha un cast corale con anche Gary Oldman e una distribuzione Usa fortissima con A24.
Con eleganza Paolo Sorrentino spegne a caldo eventuali polemiche: «Sono molto contento che l'Italia abbia scelto Vermiglio e lo dico con assoluta sincerità. È un ottimo film e auguro a Maura Delpero un lungo e bel cammino in questa avventura memorabile che è la corsa all'Oscar». Delpero ringrazia e ci tiene a dire: «È un po’ brutta questa parte del lavoro. L’idea di sgomitare, di battere non mi appartiene. Sorrentino non si discute, tornerà agli Oscar e oggi è andata così. Ci guardiamo l'ombelico, poi fuori ci sono film meravigliosi, quelli mi preoccupano». Una corsa a tappe: dopo il 17 dicembre, giorno della short list, c'è l'annuncio delle nomine, il 17 gennaio, poi la cerimonia a Los Angeles il 2 marzo 2025.
Vermiglio è un piccolo film d'autore, rigoroso. Costato 4 milioni di euro, è una produzione in parte della stessa regista con la neonata Cinedora e con Rai Cinema in coproduzione con Charades Productions e Versus Production. Lucky Red lo sta distribuendo dal 19 ottobre in poche sale, venticinque, divenute ora a grande richiesta cento. Nel cast, oltre a un cameo della pescarese Sara Serraiocco, ci sono Martina Scrinzi, Tommaso Ragno, Giuseppe De Domenico, Roberta Rovelli. Il film racconta della vita nel paesino di Vermiglio nell'ultimo anno della seconda guerra mondiale, quando torna dal fronte un soldato, figlio di una grande famiglia, insieme a un commilitone siciliano che si rifugia lì dopo aver disertato. Un “corpo estraneo” che per paradosso del destino fa perdere la pace, nel momento in cui il mondo ritrova la propria.
Maura Delpero, 48 anni, nata a Bolzano, esperienze tra Argentina e Europa, allo stupore preferisce una pragmatica serenità: «Sono semplicemente contenta per il film, sentivo che aveva possibilità, ho sentito sostegno. Anche che la storia di questa sposa di montagna in un certo senso si lega all'identità italiana, un lontano/vicino sulla contemporaneità, senza nessuna nostalgia. Un guardare indietro per andare avanti. Forse per questo è stato scelto Vermiglio». Spiega Delpero che come donna, come persona estranea agli ambienti del cinema, questo riconoscimento è frutto di un «lavoro sodo, a testa bassa, convinta di fare cinema con un mio linguaggio. In questi anni ho fatto grande fatica, ho avuto limitazioni tremende, ho vissuto il pregiudizio. Sono consapevole di essere una outsider: ma è come se avessi un baricentro e forse è la mia forza. Questo è un lavoro tremendo, si va dalle stelle alle stalle e viceversa, ma io sono sorretta dalla passione».
Intanto Vermiglio si gioca le sue carte, «è il film italiano più richiesto ai festival, da Londra a New York», dicono felici i giovani soci di Cinedora. Paolo Del Brocco di Rai Cinema già oggi con la regista e i produttori è in riunione per una strategia di avvicinamento a Hollywood, con proiezioni, incontri, pressing. Delpero mette scherzosamente le mani avanti: «Non mi trasformerò in una regista glamour che fa lobbismo». Intanto in Italia, con Lucky Red, il piccolo discreto Vermiglio, delicato «come una palla di neve», conquista pubblico, incanta a sorpresa i giovani, e guadagna cento sale.