TELEVISIONE

La serie sugli 883: quando il successo nasce dalla nostalgia della felicità 

Ascolti record per "Hanno ucciso l’Uomo Ragno" e di nuovo in alta classifica i brani di Pezzali e Repetto. Effetto di una storia di entusiasmi anni ’90 in cui una generazione si ritrova e che le nuove scoprono

Eravamo felici a nostra insaputa. E l’abbiamo scoperto con il tempo quando il contesto sociale è andato via via peggiorando. Giovani e spensierati in un altro mondo, sociale ed economico. Inconsapevoli di quello che ci aspettava. Erano gli anni Novanta, quelli che la serie Sky “Hanno ucciso l’Uomo Ragno” sul gruppo degli 883 sta facendo rivivere attraverso la storia di Max Pezzali (interpretato da Elia Nuzzolo) e Mauro Repetto (Matteo Oscar Giuggioli). Una storia fatta di musica e di grande amicizia che continua ad appassionare tutti, con ascolti record.
Ricordi e nostalgia si mischiano. Gli anni d’oro del grande Real. Di Happy Day’s. Il decennio del trapasso dalla prima alla seconda Repubblica. Altri tempi rilanciati da Sky attraverso le vite e i sogni di due ragazzi. Che potremmo essere noi, ovvero quelli che gli anni Ottanta-Novanta li hanno vissuti in prima persona coltivando sogni e inseguendo l’utopia di cambiare il mondo. Due compagni di classe ai tempi del motorino che era un Sì o un Bravo. O Magari un 125 di cilindrata, sia esso Cagiva o Honda. Paninari o yuppies. Avere ai piedi le Timberland faceva figo. Pezzali e Repetto inseguivano il successo attraverso la musica. Chi tra una cotta e l’altra e chi con un entusiasmo contagioso che sprigionava nei villaggi turistici perché adorava fare il deejay. La storia di ognuno di noi. Tutti abbiamo sognato, c’erano i presupposti per farlo.

Immaginare una guerra era da pazzi, figurarsi due. La caduta del Muro di Berlino aveva spazzato via la guerra fredda. C’era ancora un 50-60% di votanti alle urne. Insomma, si stava meglio. Ed eravamo felici.
Probabilmente il successo della serie è da imputare proprio al fatto che ha riaperto il libro dei ricordi di una generazione ora adulta. Magari oggi insoddisfatta. Si chiama nostalgia anni Novanta. Una generazione che immaginava di compiere dei passi avanti nel mondo e che ora sa che i problemi si sono acuiti, sono, anzi, accresciuti. Nostalgia del passato e di una gioventù che non tornerà. E comunque, al di là dei gusti musicali, ognuno di noi ha canticchiato una canzone degli 883. Basti pensare al successo di pubblico ai concerti di Pezzali negli ultimi anni. Testi che raccontano la vita di provincia, di Pavia per l’esattezza. Vedendo la serie c’è la storia di noi ragazzi allora. Dal compagno di classe che si pensa essere l’amico della vita e di cui col passare del tempo si perdono le tracce perché ha scelto una strada diversa. Nella fattispecie Pezzali continua a cantare e Mauro Repetto, dopo un paio di anni, se ne va negli States perché aveva altri obiettivi. Ora torna e si accoda alla scìa di successo con un tour. Entrambi “miracolati” dall’incontro con Claudio Cecchetto, quello di Gioca Jouer, quello di Radio Deejay, il produttore musicale che fiutava il talento. Erano gli anni dei Roy Rogers come jeans. E chi non ha mai avuto una cotta per una compagna di classe? Spesso non ricambiata. Tanta è la nostalgia che il successo della serie Sky si riflette anche sulle piattaforme streaming: l’aumento degli ascolti dei brani degli 883 negli ultimi giorni è esponenziale.

Un ritorno di fiamma confermato anche dalle certificazioni Fimi. Nella settimana 42, ben tre brani degli 883 hanno conquistato importanti riconoscimenti: disco di platino per Sei un mito (1993) e disco d’oro per Ti sento vivere (1995) e Bella vera (2001).
Questo successo si aggiunge ai doppi dischi di platino già conquistati da Hanno ucciso l’uomo ragno e al platino di Una canzone d’amore nelle settimane precedenti. La serie sta giocando un ruolo chiave in questo rinnovato interesse. Riportando alla luce la storia di Max (quello che canta) e Mauro (quello che balla), dalle prime canzoni scritte in cameretta al successo travolgente degli anni ‘90, la fiction ha risvegliato ricordi e emozioni in chi ha vissuto quegli anni e sta conquistando anche le nuove generazioni. Una conferma che la magia degli anni ‘90, almeno in campo musicale, non è ancora finita. E magari un giorno Pezzali e Repetto torneranno insieme e il cerchio si chiuderà, ma gli anni Novanta non ce li ridarà nessuno.